Samantha Cristoforetti, primo caffè Isspresso nello spazio, astronauti in fila davanti alla macchinetta

Samantha Cristoforetti, primo caffè Isspresso nello spazio, astronauti in fila davanti alla macchinetta
di Paolo Ricci Bitti
7 Minuti di Lettura
Martedì 28 Aprile 2015, 15:45 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 12:56
Samantha Cristoforetti, ci mancherebbe, ha mandato giù il primo. Mica per golosità, anzi l'opposto: è toccato a lei, anche per militaresco senso della responsabilità, preparare e assaggiare il primo caffè espresso, ossia Isspresso, sulla stazione spaziale internazionale.

Poi, siccome quel caffè era proprio buono, dagli americani Terry Virts e Scott Kelly ai cosmonauti russi, eccoli tutti in fila disciplinata per la prima pausa in orbita davanti alla macchinetta arrivata sull'Iss nei giorni scorsi con la navetta Dragon. Solo una pausa, magari come extra finale del pranzo della domenica che sulla stazione spaziale si santifica comunque lavorando come nei "feriali".









Sì, adesso fate pure dell'ironia perché se si parla di astronauti e imprese spaziali è vigliaccamente più facile rifarsi alla strabiliante e al tempo stesso banalmente familiare macchina del caffè che agli esperimenti sulle nanoparticelle e sull'influenza della microgravità sul Dna delle cellule. Test per forza di cosa non sempre commestibili ai più.



GEORGE CLOONEY

Invece non è così perché questa storia dell'Isspresso - oltre a togliere di nuovo le scarpe a George Clooney e al suo What else? perché nello spazio è arrivata prima l'italianissima Lavazza - è tanto capace di innescare facili battute quanto di racchiudere mirabolanti progressi della tecnologia non certo solo al servizio di una tazzina di caffè. Che pure, grazie a Lavazza, ha sempre volato altissimo: da Nino Manfredi che si e ci tirava sempre più su alla saga in Paradiso da Bonolis a Brignano che ha avuto anche l'onore di essere copiata dalla concorrenza senza idee





Ormai lo sanno anche i sassi che l'aggeggio con cui state leggendo queste righe (qualunque esso sia) non esisterebbe ancora senza la corsa allo spazio negli anni Sessanta, e anche questa storia del caffè in orbita è l'apripista di nuovi progressi della scienza tecnica: per dirne una, per risolvere i problemi legati alla microgravità e alla pressione dei liquidi e dei fluidi, gli ingegneri di Argotec di Torino hanno condensato in poco più di mezzo metro cubo pesante 20 chilogrammi soluzioni tecniche utilizzate finora per l'estrazione in profondità del petrolio. E il solo fatto di aver ideato questa "macchinetta" per il caffè a capsule per l'Iss ha già permesso di depositare numerosi brevetti subito "spendibili" sulla Terra. E' quando si dice che per ogni euro investito nello spazio se ne ricavano tre.



SESSO, ESPRESSI E PSICOLOGIA

Ma tutto ciò (ovvero il progresso tecnologico) passa in secondo piano rispetto ai benefici psicologici per gli astronauti. Non lo diceva solo De André per raccontare le poche gioie dei detenuti (.. o' caffè, pure in carcere lo sanno fa'...), ma lo dicono adesso i cervelloni della Nasa. La press conference a Houston sull'Isspresso sembrava dedicata alla scoperta dell'acqua su qualche lontano pianeta. Sono infatti considerati essenziali i vantaggi di una pausa-caffè per gli astronauti, "condannati" sempre di più a missioni lunghissime in spazio ristretti e senza nemmneo l'ora d'aria: i sei mesi di Luca Parmitano e Cristoforetti saranno insomma poco più di un week end per chi dovrà andare avanti e indietro da Marte e dovrà misurare i viaggi in anni e non in settimane.



E allora, già che di sesso in orbita almeno ufficialmente non c'è traccia, e che da sempre i cibi e le bevande degli astronauti, per quanto adesso "cucinati" da chef stellati, sono consumati a melanconica temperatura ambiente o, al più, tiepidi, e accompagnati, si sa, da acqua riciclata dall'urina, ecco che la possibilità di bere un caldissimo caffè espresso italico viene visto come un miracolo dalla Nasa che ha accolto con grande festa il progetto coordinato dall'Agenzia spaziale italiana.



PIU' LO MANDI GIU', PIU' TI TIRA SU (IN ORBITA)

"I benefici psicologici per gli astronauti saranno notevoli - hanno detto tecnici e psicologi americani - La loro vita sulle stazioni spaziali o sulle future navi spaziali non è facile e si fa di tutto per tenerli su di morale, magari con i collegamenti con i loro familiari a Terra. Così sarà assai positivo avere a bordo l'Isspresso con quello di piacevole che ognuno di noi lega al fatto di bersi un caffè fatto come si deve. E magari fosse possibile mangiarsi anche un gelato nello spazio, aiuterebbe tantissimo".



"SAMANTHA, UN CAFFE' PER FAVORE"

Abbia pazienza, infine, Samantha, l'ingegnere aerospaziale e pilota militare tutta d'un pezzo Cristoforetti, se nei prossimi giorni le foto che terranno banco saranno non i suoi proverbiali panorami mozzafiato del pianeta con le aurore boreali o i cicloni, non quelle che illustrano i suoi esperimenti contro l'osteoporosi o le malattie genetiche, ma quelle di lei, prima italiana nello spazio che, pur senza il grembialino, fa il primo caffè all'italiana in orbita per i colleghi americani e russi pazientemente in fila nella "cambusa" dell'Iss in pausa fra un test e l'altro.

La scienza procede a salti e anche attraverso un "macchiato caldo" a 400 km di altezza e a 28.800 km orari. Del resto pare che Samantha stessa, su di giri per quel primo Isspresso, abbia detto: "Un piccolo passo per una donna, un passo gigante per il caffè".



L'ASI

«L'esperimento è un'opera di elevata ingegneria - ha ricordato il presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston - frutto di una collaborazione tra pubblico e privato che ha prodotto soluzioni innovative: porteranno non solo benefici psicologici immediati per gli astronauti, ma importanti ritorni positivi sulla Terra e vantaggi tecnologici per le future missioni spaziali». «Con il successo dell'esperimento di oggi, abbiamo vinto la sfida che avevamo lanciato quasi un anno fa durante la presentazione del progetto, riuscendo a superare i limiti dell'assenza di peso e permettendo così di bere a bordo della Stazione Spaziale Internazionale un ottimo espresso, simbolo indiscusso del made in Italy, ma anche migliorando le conoscenze di fluidodinamica - hanno dichiarato con soddisfazione David Avino, Managing Director di Argotec, e Giuseppe Lavazza, Vice Presidente del Gruppo Lavazza - La collaborazione tra Argotec e Lavazza, in partnership con Asi, dimostra come la sinergia tra due aziende italiane - e in particolare torinesi -, che rappresentano l'eccellenza nel proprio settore, possa portare a risultati straordinari di rilevanza internazionale».




ISSpresso



Responsabile del Progetto (PI): David Avino, Argotec, Torino (Italia)

Responsabile Tecnico Progetto:Valerio Di Tana, Argotec, Torino (Italia)

Responsabile della Realizzazione dell’Apparato: ARGOTEC, Torino (Italia)

Supporto alla Realizzazione dell’Apparato: Lavazza, Torino (Italia)

Supporto alle attività di integrazione e test: Finmeccanica - Selex ES Firenze (Italia)



OBIETTIVI DELLA RICERCA

ISSpresso è una macchina a capsule multifunzione in grado di servire bevande calde, tra le quali anche il tipico “caffè espresso italiano”, a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (Iss). L’esperimento consiste in una serie di cicli di erogazione di caffè, espresso o americano, e in un flush di pulizia finale del sistema. Inoltre, grazie a questa macchina è anche possibile preparare tè, tisane e vari tipi di brodo, consentendo la reidratazione degli alimenti.



NIENTE TAZZINE, MA BUSTINE TERMICHE

DI PLASTICA

ISSpresso è stato progettato per servire numerose bevande calde e per rimanere a lungo operativo a bordo della Stazione, una volta approvato come sistema di bordo. L’obiettivo principale è quello di dimostrare la corretta funzionalità di un sistema a capsule in assenza di peso, offrendo allo stesso tempo la possibilità di migliorare il benessere dell’equipaggio. Si tratta di un importante supporto psicologico per gli astronauti, che così possono sentirsi meno “lontani” da casa, avvicinarsi alle abitudini terrestri e affrontare al meglio la loro missione. Gli obiettivi scientifici previsti si focalizzano principalmente sul miglioramento della conoscenza del comportamento dei fluidi e delle miscele in condizioni di microgravità, raccogliendo anche le opportune evidenze sperimentali sulla formazione della schiuma generata durante la preparazione del caffè. In generale, ISSpresso è in grado di arricchire l’apporto nutrizionale degli astronauti che operano a bordo della ISS.



DESCRIZIONE DELL'ESPERIMENTO

La prima macchina a capsule in grado di lavorare in assenza di peso è caratterizzata da un corpo strutturale principale costituito da un compartimento per l’inserimento dei drink-pouch usa e getta, che sostituisce la tazzina anche se saranno ugualmente sperimentati, oltre alle bustine con cannula, contenitori di plastica più simili appunto alla tazzina.

ll drink-pouch è protetto da uno sportello trasparente che impedisce l’accesso durante l’erogazione. Poi c'è un pannello di controllo e un sistema di inserimento delle capsule commerciali. Il sistema ha un volume totale pari a 64 dm3 con una massa complessiva di circa 20 Kg.

ISSpresso prevede una connessione elettrica con la Stazione. L'approvviggionamento di acqua potabile viene invece garantito dal Potable Water Dispenser (PWD) installato nello US Lab.



OPERAZIONI A BORDO

Per preparare la bevanda, l’astronauta deve riempire il water-pouch con l'acqua potabile prelevata dal PWD per poi connetterlo a ISSpresso. Successivamente si deve attivare l’esperimento tramite lo switch di potenza, posizionare il drink-pouch per la raccolta del prodotto erogato e inserire la capsula. Ogni membro dell’equipaggio può selezionare la tipologia di bevanda desiderata e premere il bottone di “Brew” per iniziare il processo di infusione. Dopo aver disconnesso il drink-pouch, è possibile gustare il preparato. Durante le prime fasi di utilizzo, l’intero processo di infusione viene documentato per futuri studi sulla fluidodinamica e sulla formazione delle schiume.



POSSIBILI RICADUTE

ISSpresso è un prodotto interamente italiano, realizzato da un team di giovani ingegneri con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana. Il sistema multifunzione è compatibile con il food-system della Stazione, incluso il Potable Water Dispenser, pertanto fornisce anche la possibilità di reidratare il cibo della ISS con brodi o altri consommé, incrementando l’apporto nutrizionale per ogni astronauta. Di fatto, la macchina è una diretta conseguenza ed evoluzione della lunga ricerca di Argotec nel campo del cibo spaziale. Il raggiungimento degli obiettivi può portare a nuove importanti conoscenze sulla fluidodinamica e sul comportamento delle schiume nello spazio. I numerosi benefici, tecnici e di supporto psicologico per gli astronauti, sono facilmente applicabili a future missioni di lunga durata. Inoltre, lo studio ha già prodotto alcune innovazioni e brevetti industriali per immediate applicazioni terrestri.