La scoperta, fatta nel 2014, è stata pubblicata sulla rivista americana internazionale Plos One. Ma gli scavi nel sito molisano sono partiti molto prima, nel 1979. “Sarà un elemento di confronto e di studio e si potrà addirittura capire cosa mangiava. Fa luce sul popolamento europeo, in Italia non è mai stato trovato un reperto così antico” ha spiegato prof.Carlo Peretto, della Sezione di Scienze Preistoriche e Antropologiche del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Ferrara che coordinato la ricerca in collaborazione con prestigiose università e istituti di ricerca nazionali e internazionali.
Verrà esposto nel museo di Isernia dove è stato ricostruito il giacimento preistorico nel quale si muoveva la fauna dell’epoca. Fauna, perché finora erano stati ritrovati solo resti di animali di grossa taglia come elefanti, orsi, che sono stati smembrati e poi probabilmente mangiati. Bestie estinte come bisonti e rinoceronti preistorici, diversi da quelli che attualmente si trovano in Africa.
Com’è possibile che un reperto si sia conservato così? “Se i resti sono coperti da coltri molto potenti come sabbie o lave vulcaniche - spiega il prof Peretto - si mantengono molto bene”