HD189733b si trova a 63 anni luce da noi, nella costellazione di Volpecula. In un saggio che comparirà sul numero di agosto della rivista Astrophysical Journal Letters viene spiegato come Pont, e il collega Tom Evans, dell’università di Oxford, hanno potuto ricostruire il fantastico color cobalto del pianeta misurando la luce del suo sole e quella riflessa dal pianeta durante il suo moto di rivoluzione. Paragonando le rilevazioni prese prima che il pianeta passasse dietro il sole, durante il periodo in cui era nascosto dietro e poi quando ricompariva, gli astronomi hanno potuto notare come nello spettrografo la luce blu variasse fortemente a seconda di dove si trovava il pianeta, con le punte minime e quasi impercettibili, quando era nascosto: “Da quel che sappiamno, è la prima volta che si riesca a scoprire il colore di un pianeta nello spazio oltre il nostro sistema solare” si compiace Pont. E precisa: “Ora sappiamo che HD189733b è blu, come la Terra”.
E probabilmente le ragioni per cui un paneta ospitale amico e mite come il nostro è dello stesso colore di un mostro gassoso e inospitale si deve a un processo simile di rifrazione: noi appaiamo blu dallo spazio perché le molecole dell’atmosfera rifraggono solo il blu, che così si sparge intorno al globo. Sul pianeta della costellazione Volpecula il disseminarsi del colore blu è dovuto probabilmente al suo riflettersi sulle particelle di silicio che vengono trasportate dai venti che spirano a circa 7 mila chilometri orari. Si tratta di una specie di grandine rovente in un pianeta in cui la temperatura tocca i mille gradi centigradi.
Insomma HD189733b, bello lo è di sicuro, come conferma la ricostruzione della Nasa, ma ospitale proprio no.