Nasa, inventato per trovare la vita nei pianeti: ora salverà vittime sepolte nei terremoti

Nasa, inventato per trovare la vita nei pianeti: ora salverà vittime sepolte nei terremoti
di Anna Guaita
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Sabato 9 Maggio 2015, 19:46 - Ultimo aggiornamento: 11 Maggio, 16:06
Era stato inventato dagli scienziati della Nasa per scoprire tracce di vita sui pianeti fuori dal sistema solare. Ma quell’apparecchio da fantascienza ha trovato un’applicazione molto più umana: ha scoperto vite da salvare nelle rovine del terremoto del Nepal.



Nella sua nuova versione terrestre, l’appareccho si chiama Finder (da Finding Individuals for Disaster and Emergency Response), e presto sarà disponibile in versione commerciale per i Paesi a rischio terremoto che vogliano avere uno strumento in grado di “sentire” il battito e il respiro di una persona anche se sepolta sotto dieci metri di cemento e fango.



E’ proprio quello che è successo nella prima sperimentazione su campo di due valigette Finder, nella cittadina di Chautara, nel nord del Nepal. I due prototipi erano stati solo testati in esperimenti pilotati. Questa volta si sono trovati nel mezzo della devastazione, cinque giorni dopo il terremoto. Ma hanno dato una performance eccezionale: hanno sentito il battito cardiaco di quattro persone, sepolte sotto tre metri di detriti, e hanno così portato al loro salvataggio.



Finder funziona con un radar a microonde: trasmette un segnale mille volte più potente di quello di un cellulare, che torna indietro segnalando l’esistenza di respiro o battito cardiaco. E’ in grado di riconoscere anche se il suono sia umano o animale. La valigetta pesa circa 10 chili e può quindi essere facilmente trasportata da una persona.



Ma è abbastanza leggera da poter anche essere caricata su droni e spedita in zone rese inaccessibili dopo terremoti o altre catastrofi naturali. Il Finder era stato inizialmente una creazione della Nasa, ma è stato perfezionato con il sostegno del Department of Homeland Security. Due giorni fa, fresco del successo nel Nepal, è stato presentato al “Centro addestramenti disastri”, di Lorton, in Virginia per lanciarne la commercializzazione e la produzione di massa.



Il capo del dipartimento tecnologia della Nasa, David Miller, non ha nascosto l’orgoglio per la macchina salvavita: “La tecnologia della Nasa ricopre vari ruoli – ha detto –: non solo l’esplorazione spaziale, ma anche la protezione degli astronauti e ora i salvataggio di vite umane qui sulla Terra.
Finder conferma il principio che la tecnologia disegnata per l’esplorazione spaziale ha profonde ricadute sulla vita sul nostro pianeta”.
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