Si chiama CR7: ecco la galassia più luminosa dell'Universo: la scoperta dell'università di Lisbona

Si chiama CR7: ecco la galassia più luminosa dell'Universo: la scoperta dell'università di Lisbona
di Antonio Bonanata
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Domenica 21 Giugno 2015, 17:49 - Ultimo aggiornamento: 22 Giugno, 21:35
Una brillante scoperta – è il caso di dire – quella fatta da un gruppo di astronomi dell’università di Lisbona: il team scientifico capeggiato dal professor David Sobral ha infatti individuato la CR7, la galassia più luminosa dell’universo, che strappa il record al raggruppamento di stelle che lo deteneva fino a oggi, denominato “Himiko”.



Situata alla siderale distanza di 13mila milioni di anni luce dal Sistema solare, la CR7 si distingue anche per un’altra peculiarità: è uno degli ammassi cosmici più antichi della storia dell’universo, quelli – per intendersi – che si caratterizzavano per la sola presenza di elio e idrogeno e che diedero vita allo brodo primordiale da cui scaturì il Big Bang. Fondendosi e formando atomi più pesanti, queste stelle «inventarono, letteralmente, la chimica e tutti gli elementi che ora compongono il sole, la terra e la vita» spiega David Sobral. Si tratta dei primi metalli dell’universo, quelli che oggi costituiscono i nostri corpi. La scoperta degli astronomi dell’università di Lisbona segna quindi un passo fondamentale nella storia dei recenti studi in materia, fornendo un imprescindibile contributo alle teorie sulla nascita dell’universo.



La CR7, stando alle previsioni e alla tecnologia oggi disponibile, sarebbe stata scoperta tra qualche anno, intorno al 2018, se l’ostinazione del gruppo di lavoro portoghese non avesse avuto la meglio; l’intenzione era quella di inaugurare con questa rilevazione il nuovo telescopio spaziale James Webb, ancora in costruzione, che fra tre anni andrà a sostituire l’Hubble. Racconta il professor Sobral: «Eravamo intenti a cartografare intere regioni dello spazio con il telescopio Subaru, nelle Hawaii. Volevamo risalire alle fonti, poco comuni, dell’epoca in cui l’universo aveva meno del sei per cento della sua età attuale. E così abbiamo scoperto un buon numero di galassie brillanti, verificando che sono molto più diffuse di quanto si creda».

L’utilizzo di due telescopi, uno collocato alle Hawaii (Keck) e un altro in Cile (VLT), ha permesso di studiare la CR7, mostrando l’enorme distanza a cui questo ammasso di stelle si trova rispetto al nostro Sistema solare. La scelta del nome, o meglio della sigla (che sta per Cosmos Redishift 7), indica il tipico colore rosso verso cui tende la regione cosmica dove è situato, così come appare all’occhio di chi l’osserva.