Cern, riparte l'acceleratore di particelle dopo 2 anni. Il direttore: «Contentissimi»

Cern, riparte l'acceleratore di particelle dopo 2 anni. Il direttore: «Contentissimi»
2 Minuti di Lettura
Domenica 5 Aprile 2015, 11:53 - Ultimo aggiornamento: 6 Aprile, 11:15
Si è riacceso dopo una pausa di due anni l'Lhc del Cern di Ginevra, il più grande acceleratore di particelle del mondo che ha permesso di scoprire il bosone di Higgs. «Sono contentissimo come lo sono tutti qui al centro di controllo del Cern», ha commentato il direttore generale Rolf Heuer. «Ora si apre la porta su un universo sconosciuto e imprevedibile», ha spiegato Fernando Ferroni, presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn).



La pausa di due anni dell'Lhc (Large Hadron Collider) è stata necessaria per curare la manutenzione della macchina e per metterla in grado di battere il suo primo record, ossia raggiungere l'energia di 13.000 miliardi di elettronvolt. È quasi doppia rispetto a quella raggiunta nella prima fase del funzionamento, che nel 2012 ha permesso di scoprire il bosone di Higgs, la particella grazie alla quale tutto ha una massa. La procedura di accessione è avvenuta in due fasi. Nel suo anello, lungo 27 chilometri, sono passati a turno due fasci di protoni, terminando il percorso con successo. Solo a questo punto la macchina è stata considerata accesa a tutti gli effetti.



Quando la macchina funzionerà a regime e cominceranno le collisioni, queste forniranno un'enorme quantità di dati che, molto probabilmente, mostreranno i limiti della teoria di riferimento della fisica contemporanea, il Modello Standard. Questo significherà poter trovare una spiegazione a fenomeni che al momento restano misteriosi, come la materia oscura che occupa il 25% dell'universo e l'energia oscura che ne costituisce il 70%.



«Con la ripartenza di Lhc, l'avventura ricomincia, ci stiamo lasciando alle spalle il bosone di Higgs e ora si apre per noi una porta su un mondo che non conosciamo», commenta Ferroni dell'Infn, l'ente che coordina la partecipazione dell'Italia al Cern di Ginevra e al progetto del Large Hadron Collider. «Confidiamo - aggiunge - che questa nuova esplorazione possa aiutarci a gettare un pò di luce sulle componenti oscure dell'universo, ma speriamo anche in sorprese inaspettate.
Le premesse sono delle migliori, non resta quindi che augurare buon lavoro a Lhc».
© RIPRODUZIONE RISERVATA