La bambina emozionata che scrive al padre in orbita con Samantha Cristoforetti: il video entusiasma il web

La bambina emozionata che scrive al padre in orbita con Samantha Cristoforetti: il video entusiasma il web
di Paolo Ricci Bitti
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Sabato 18 Aprile 2015, 13:29 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 12:57
Il massimo della tecnologia con tanto di raid nella fantascienza d’autore per consentire a una ragazzina di “parlare” con suo padre nello spazio. E, contemporaneamente, per tornare indietro di 2000 anni. E, infine, per scrivere un nuovo record da Guinness.

Tutto questo in “Message to space” della Hyundai, finalmente uno spot su un’auto che non ti fa venire voglia di cambiare canale per le assurdità delle situazioni proposte, come quelle vetture che sfrecciano veloci e felici nel deserto quando poi invece, nella mesta realtà, resteranno spesso in coda nel raccordo bloccato da un tamponamento. E chi ci va mai a scorrazzare fra le dune sabbiose?







Eppure anche questa volta si parte da una location desertica, il Delamar Dry Lake del Nevada, un piattume assoluto che aspettava solo di diventare la lavagna più vasta della storia anche se duemila anni fa, e forse (forse) senza i satelliti e il gps, qualcuno ci aveva giù provato a Nazca, in Perù.





LA FAVOLA

A ogni modo i creativi della casa automobilistica hanno inventato la seguente favola: Stephanie ha 13 anni e qualche difficoltà a mettersi in contatto con il padre che non fa il pendolare settimanale fuori città, ma l’astronauta in orbita sulla stazione spaziale internazionale. E così chiede aiuto alla Hyundai perché venga realizzato un messaggio sulla Terra che possa essere visto dallo spazio. Un tenero quanto infondato escamotage, perché se c’è una cosa che è diventata banale sono i collegamenti con la stazione spaziale, come ben sanno i fans di Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti.



GUINNESS

Ma in effetti, invece di un misero sms o di un conciso uattsap, non pare male fare una sorpresa a papà che, sfrecciando a 400 km di altezza e a 28.800 km orari, potrà vedere - ohibò - il cuoricino disegnato dalla figliola sul quaderno e reso gigantesco dalle gomme chiodate di 11 Hyundai Genesis che si muovono sulla sabbia del deserto come un unico colossale pennarello. Colossale davvero la scritta realizzata dopo sei mesi di studi da una legione impressionante di tecnici e ingegneri: è vasta una volta e mezza Central Park, ovvero 550 ettari, ovvero 800 campi da rugby. In questo caso le dimensioni contano, come ha certificato il notaio che ha registrato l’evento nel Guinness dei record, sezione “La più vasta scritta tracciata con pneumatici”.



2001 ODISSEA NELLO SPAZIO

E’ davvero uno spettacolo vedere quelle berline che viaggiano all’unisono sul fondo liscio liscio del lago essiccato accompagnate dal Valzer il Bel Danubio Blu di Johan Strauss, solo all’apparenza una banale citazione del piroettare delle astronavi ideato da Kubrick per 2001 Odissea nello spazio nel 1968. La verità è che si può ascoltare quella musica e vedere quelle scene del film all’infinito. E oltre. Non mancano mai di fermarti il cuore. In questo caso i creativi della casa coreana hanno accelerato il tempo del valzer per restare dentro i limiti angusti di uno spot televisivo, ma la resa resta ugualmente magnifica, come dimostra la diffusione virale delle immagini sul web: cinque milioni di visualizzazioni solo nella prima settimana.



Ma esiste davvero Stephanie? Per quello che importa, secondo l’Abc l’astronauta americano Terry Virts ha una figlia di 13 che si chiama così. Ed effettivamente il 18 gennaio scorso, quando la scritta è stata completata, Virts era in orbita, facendo parte della stessa missione lunga a cui partecipa anche la Cristoforetti. La Hyundai non ha tuttavia rivelato questa circostanza, così come non è stato detto nulla di eventuali accordi con la Nasa per le riprese a bordo della Iss (su alcune della quali sorge qualche dubbio) in cui l’astronauta non è mai inquadrato nel viso. Ma la leggerezza e la poesia del progetto non ci guadagnerebbero nulla con la veridicità di questi dettagli.



NAZCA

Piuttosto, visto l’imponente schieramento tecnologico usato per questo spot (qui il dietro le quinte), viene da ricordare la meraviglia delle scritte di Nazca in Perù, circa 2000 fa. Ora non è del tutto vero che quei giganteschi disegni non avrebbero potuto essere disegnati con tale maestrìa senza un aereo, un elicottero, un astronave, perché intorno ad essi, sia pure defilata, qualche altura c’è. Ma in effetti, considerati gli strumenti ufficialmente disponibili all’epoca (corde, picchetti e acuminati cervelli, non altro) sale ancora di più l’ammirazione per quegli artisti (sacerdoti?) che già allora furono in grado di realizzare disegni visibili dallo spazio. Che poi tra quei disegni ce ne sia uno definito l’Astronauta (anche questo senza nome, come quello della Hyundai) è la circostanza a cui è più bello credere.
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