di Giacomo Perra
In America se ne parla già come dell’ennesimo capitolo della sfida infinita tra Mark Zuckerberg e Reid Hoffman: da una parte Facebook, dall’altra Linkedin, sito fondato da Hoffman nel 2002 e prossimo acerrimo rivale del service lanciato appena due anni dopo dall’allora diciannovenne studente di Harvard.
L’annunciata battaglia senza esclusione di colpi tra i due colossi social, infatti, sta per diventare realtà: la “colpa” - o il merito, dipende dai punti di vista - è dell’ambizioso Zuckerberg che sarebbe sul punto di far partire la versione professional della sua creatura.
Un brutto colpo per LinkedIn - ma anche per i vari Google Drive e Microsoft office - che si vedrebbe sfidato sullo stesso terreno, quello del lavoro. Facebook At Work, del resto, dovrebbe essere utilizzato con le medesime funzionalità che hanno aperto le porte del successo al service di Hoffman, un tempo grande amico di Zuckerberg - avrebbe dovuto essere tra gli azionisti di Facebook ma poi rifiutò, a ragione, pensando che i due servizi avrebbero potuto, presto o tardi, diventare rivali - e agli altri suoi concorrenti: sviluppare contatti professionali, chattare tra colleghi e scambiarsi i file per poi lavorarci in condivisione.
Oltre che puntare ad accrescere popolarità e tempo di utilizzo - attualmente gli utenti registrati toccano il miliardo e trecento milioni con una presenza media, negli Stati Uniti, di 40 minuti al giorno -, lo scopo di Zuckerberg è quello di cercare di separare nettamente privato e vita pubblica: pur mantenendo la stessa grafica e i caratteristici “gruppi” e “newsfeed” del suo “fratelo maggiore”, Facebook At Work, che dovrebbe essere assolutamente gratuito, avrà appunto un taglio esclusivamente professionale. Con tanti saluti ai post frivoli su ferie e compleanni. Per quelli, in ogni caso, basterà cambiare password.