White Night, un horror con l'atmosfera del noir: fra luci e ombre dell'America anni '30

White Night, un horror con l'atmosfera del noir: fra luci e ombre dell'America anni '30
di Andrea Andrei
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Venerdì 13 Marzo 2015, 21:05 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 12:49

La tecnologia dell'alta definizione per poi utilizzare solo due colori. L'obiettivo: ricostruire l'atmosfera dei noir americani degli anni '30 e '40, in salsa horror. Una formula che funziona abbastanza bene in White Night, videogioco in bianco e nero per PC, Mac, Linux, Xbox One e PlayStation 4 (scaricabile da Steam, Xbox Live e PlayStation Network) sviluppato dal piccolo studio indipendente francese OSome e distribuito da Activision.

White Night è una sorta di sintesi dei classici del genere survival horror, da Resident Evil a Silent Hill.

La differenza è che al centro di questo titolo non c'è l'azione è nemmeno la psicologia, ma la narrazione. Non aspettatevi di lottare contro mostri o cose simili. In White Night il concetto è molto semplice, e forse proprio per questo spaventoso: siete soli (se così si può dire) in una tipica casa infestata dai fantasmi, con tanto di strani simboli esoterici, ritratti inquietanti alle pareti, croci, cimitero nel giardino e così via. Insomma una buona dose di cliché che però non rovinano l'atmosfera. Dovrete esplorare i vari ambienti, risolvere enigmi. Ma ciò che più conta è che siete al buio. Un buio pesto, che può essere penetrato solo con l'aiuto, spesso assai debole, dei fiammiferi che bisogna cercare di dosare per non rimanere nell'oscurità. Un'oscurità che è però pronta a divorare tutto, e che sembra avere sempre la meglio. Chi ricorda un videogame come Alan Wake, conosce già questa sensazione.

White Night è un gioco raffinato. Lo si capisce dalle tante citazioni letterarie e teatrali contenute nei vari documenti sparpagliati per la casa, che hanno un ruolo fondamentale nel ricostruire le vicende drammatiche che si celano in quell'oscuro luogo. Anche la contestualizzazione storica è notevole. Ma l'elemento davvero più stiloso è senza dubbio la colonna sonora. In un mondo buio come quello di White Night la musica ha un ruolo cruciale. Ogni azione è accompagnata o sottolineata dal suono inconfondibilmente jazz che ci riporta a quella magia tipica dei club americani degli anni '30.

Si tratta comunque di un gioco abbastanza difficile, e le inquadrature fisse, anche se inquietanti, influiscono abbastanza sulla giocabilità, rendendola meno immediata. L'azione è molto limitata: ci vuole una buona dose di pazienza, perché il gioco è molto lento, e tutto si fonda sullo scoprire pian piano una storia. Per questa ragione, se non si è dell'umore giusto, White Night finisce per annoiare. Insomma, è un videogame più concettuale che altro. Un esercizio di stile sicuramente lodevole da parte di una piccola casa di sviluppo, giustamente premiata dal supporto di un gigante come Activision.

Luce contro ombra, male contro bene. È tutta qui, in questa fortissima dicotomia, l'essenza di White Night. Ma forse è proprio guardando tutto in bianco e nero che si riescono a cogliere tante sfumature che prima si ignoravano.

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