«Ovviamente - prosegue Gassani - non è lo strumento in sé a fare del male, ma è indubbio che amplifichi a dismisura le voglie e le possibilità del fedifrago seriale e di quello occasionale. Secondo un'indagine del Centro Studi dell'AMI, basato sull'incrocio dei dati provenienti da molti studi legali, WhatsApp ha superato Facebook in termini di pericolosità».
«Tanto è vero che nel 40% dei casi le infedeltà si scoprono ormai con WhatsApp, che è un modo, ancora più rapido di Facebook e di Twitter, per mandare messaggi ed immagini in tempo reale e a costo zero. Pertanto WhatsApp non solo porta all'appuntamento con l'amante ma anche a quello davanti al giudice».
«Controversa - conclude l'avvocato - è l'utilizzabilità dei messaggi su WhatApp, che di solito il tradito fotografa e allega come prova dell'adulterio. Sul punto la Giurisprudenza non è univoca e costante, seppure molti Tribunali ammettano messaggini, cuoricini e faccine come dimostrazione del tradimento. Perciò attenzione, un cuoricino o uno smile di troppo possono costare risarcimenti, appartamenti e anni di causa».
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