The Order: 1886, avventura oscura nella “tecnologica” Londra vittoriana

The Order: 1886, avventura oscura nella “tecnologica” Londra vittoriana
di Andrea Andrei
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Domenica 1 Marzo 2015, 13:10 - Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 17:13

La Londra del 1886. Quella città fumosa e oscura dove convivono il degrado assoluto e il progresso tecnologico. La Londra di Jack lo Squartatore e di Nikola Tesla, che si divide fra il buio delle strade e la luce dell'elettricità.

È questo il luogo in cui si dipanano le trame sotterranee e le drammatiche vicende di The Order: 1886, nuovo videogame sviluppato da Ready at Dawn e uscito il 20 febbraio in esclusiva per Sony PlayStation 4. Dalla Tavola Rotonda ai licantropi, The Order è una storia che mischia la leggenda al verosimile: i cavalieri dell'Ordine, fra i quali c'è anche Sir Galahad, il protagonista, agiscono secondo rituali antichissimi, bevono pozioni magiche ma hanno anche a disposizione gli ultimi ritrovati della tecnologia, dalle ricetrasmittenti alle armi a impulsi elettrici, forniti da Tesla in persona. Insomma, dei condottieri hi-tech di epoca vittoriana.

Un mix assai interessante, che segue i canoni del cosiddetto "steampunk" (genere fantascientifico ambientato nell'Inghilterra ottocentesca), ma che si discosta da quest'ultimo in quanto le invenzioni e i molteplici usi dell'energia elettrica non sono anacronistici.

Anzi, forse sono uno dei pochi elementi di verosimiglianza della storia. Ciò che contraddistingue questo videogioco è sicuramente uno stile molto cinematografico, reso particolarmente efficace dalle inquadrature e dalla fluidità con cui il gameplay si alterna alle scene filmate.

Se si considera di spendere una settantina di euro per acquistare questo videogame, è importante sapere che al centro di tutto c'è la trama. L'intenzione da parte degli autori di voler principalmente raccontare una storia è evidente: se le atmosfere, le ambientazioni, i personaggi e la grafica in generale sono di altissimo livello (si ha la sensazione finalmente di avere di fronte un videogioco di nuova generazione), d'altra parte non aspettatevi un'azione frenetica continua come per i classici sparatutto. La sequenze filmate sono molte e durano a lungo, il gameplay è breve, la libertà d'esplorazione è ridotta quasi a zero (se non per scovare qualche oggetto collezionabile qua e là), la capacità decisionale del giocatore è pressoché inesistente, e non c'è il multiplayer. Niente sfide online con gli amici quindi, solo la modalità storia. In pratica, bisogna mettersi l'anima in pace e fare ciò che il gioco ci dice di fare, quando ce lo ordina. A chi tiene in controller si chiede solo di restare concentrato sugli eventi e godersi lo spettacolo, che in ogni caso decisamente merita.

La scelta di posizionare la "telecamera" alle spalle del protagonista rende tutto ancora più fluido, anche se penalizza il gameplay in quanto a immediatezza. Ciò non vuol dire però che non ci siano occasioni di lasciarsi andare alla frenesia di conflitti a fuoco e battaglie. Anzi, le armi, per quanto datate, sono molto efficaci e uscire vivi dalle sparatorie più accanite è tutt'altro che semplice. Sebbene si tratti principalmente di uno sparatutto, le atmosfere oscure (anche troppo, visto che la maggior parte del gioco si svolge in una perenne penombra) e le colonne sonore ricordano molto un survival horror. I mostri che compaiono e che bisogna affrontare sono resi in maniera impressionante.

Il capo tecnico del progetto di The Order è un italiano, Andrea Pessino (se qualcuno immagina un occhialuto nerd che vive solo del computer sbaglia di grosso: Pessino è un bodybuilder dal fisico statuario). È lui a spiegare che la volontà degli sviluppatori era di mettere l'accento soprattutto sul personaggio di Sir Galahan e di offrire ai giocatori un'esperienza immersiva nella trama. Ed è sempre lui a lasciar intendere che un sequel del gioco non è affatto escluso, anzi. È quasi un obbligo.

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