Arriva la tassa su smartphone, tablet, decoder e altri prodotti tecnologici. Ma il Mibac smentisce: «Voci infondate»

Arriva la tassa su smartphone, tablet, decoder e altri prodotti tecnologici. Ma il Mibac smentisce: «Voci infondate»
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Martedì 4 Febbraio 2014, 17:08 - Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 15:35
Smartphone, tablet, computer portatili o fissi e anche chiavette Usb, hard-disk esterni, Tv con funzione di registratore e decoder: su tutti questi dispositivi tecnologici in arrivo una nuova tassa. A esserne colpiti ovviamente gli utenti finali.

L'imposta su tutti gli strumenti che funzionano da archivi digitali va da 5,20 euro per i nuovi smartphone e tablet che acquisteremo in futuro, fino a toccare 40 euro per i decoder con memoria interna da 400 GB. La tassa potrebbe entrare in vigore nei prossimi giorni.



Non si tratta di una novità assoluta perché cifre, ben più modeste, le paghiamo già. Gli importi per gli smartphone sono infatti di 90 centesimi.



La Siae La Siae (Società italiana autori editori) sostiene che bisogna pagare "in cambio della possibilità di effettuare una copia personale di registrazioni, tutelate dal diritto d’autore". Dunque per fare una copia di contenuti audio-video di cui siamo già legittimi proprietari. Per esempio per portare la compilation di Cd e Dvd su un secondo dispositivo personale come un lettore Mp3, smartphone o tablet. Ma anche un programma Tv, un cartone animato e un filmato (anche di YouTube) che riversiamo su un hard disk esterno. Gli incassi Siae servono dunque per compensare i mancati introiti degli autori, dovuti in larga parte alla pirateria online.



Le conseguenze Se l'imposta voluta dalla Siae per ottenere un 'equo compenso' entrasse in vigore gli introiti arriverebbero a 200 milioni di euro, considerati gli utenti dei device e le stime d'acquisto per il 2014. Una cifra esorbitante che tuttavia andrebbe a penalizzare mettendoli fuori mercato molti apparecchi. A scendere di prezzo sarebbero solo i modelli di cellulari destinati all’estinzione di mercato.



La smentita del Mibac «Non è prevista nessuna tassa su smartphone e tablet e le ipotetiche tariffe pubblicate in merito agli aumenti di costo sono infondate». Lo puntualizza il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo rispetto alle notizie uscite a mezzo stampa su una nuova tassa sui telefonini nei prossimi giorni. La norma a cui si fa riferimento è quella relativa all'equo compenso per i produttori di contenuti, regolata attraverso decreto ministeriale, in attuazione di una norma vincolante europea che impone rinnovi triennali. Il precedente decreto del 2009 è già scaduto e il Ministro Massimo Bray «sta lavorando a una soluzione condivisa, nel rispetto e nella difesa del valore del diritto d'autore, ascoltando tutte le categorie interessate per raggiungere una decisione equilibrata nell'interesse degli autori, dei produttori di smartphone e tablet e, soprattutto, dei cittadini fruitori degli stessi».
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