In un settore dove l'innovazione significa distinzione, cioè vantaggio concreto sugli altri, il confine tra nuovo e plagio è spesso assai labile e talvolta finisce per essere superato. Per questo Apple ha citato in giudizio Samsung, accusata di aver sfruttato in maniera impropria alcuni tecnologie brevettate dall'azienda di Cupertino. Nemmeno a dirlo, da Seul hanno fatto spallucce dichiarando, invece, che è la Mela semmai a servirsi di sistemi sviluppati dagli altri.
Dopo un lungo tira e molla, proprio qualche giorno fa i media dei due paesi riportavano la fine delle ostilità, con le due rivali che hanno deciso di sotterrare l'ascia di guerra. Come se non fosse successo nulla.
Dappertutto ma non negli Usa. Qui infatti la guerra continua e anzi si fa sempre più aspra. Dopo aver avuto due sentenze a favore, ieri è arrivata la doccia fredda per Apple. Il giudice Lucy Koh ha respinto la richiesta di bloccare le vendite di dispositivi Samsung sul territorio americano, poiché i californiani non hanno fornito prove convincenti circa i "danni irreparabili collegabili ai brevetti infranti da Samsung".
In base a ciò, quindi, al momento Apple non riceve nemmeno una parte del miliardo di dollari stabilito in precedenza dalla giuria come indennizzo per la condotta di Samsung, che è ricorsa in appello contro la decisione.
La giornata nera è diventa funesta per la Mela dopo l'ultima mossa dell'International Trade Commission, che ha annunciato l'apertura di un'indagine contro la condotta di Beats, la società fondata da Dr. Dre acquistata pochi mesi da Apple per tre miliardi di dollari (maggiore acquisizione dell'intera storia societaria). Sotto accusa ci sono cinque brevetti per eliminare il rumore dalle cuffie firmati Bose, che ha già chiesto il blocco delle importazioni degli auricolari Monster.