IL DEBUTTO
Il primo film stampato con le due tracce ottiche codificate Dolby Stereo è stato Lisztomania nel '75, sebbene privo del canale posteriore. È nata una stella di F. Pierson del '76, invece, era dotato dei quattro canali audio tipici del suono "surround" ma la consacrazione definitiva del Dolby Stereo arriva con il grandissimo successo di "Star Wars" di G. Lucas e "Incontri ravvicinati del terzo tipo" di S. Spielberg del '77. "Arancia meccanica" di S. Kubrick, da molti indicato erroneamente come primo film Dolby Stereo, vide in realtà l'uso dei premiati riduttori di rumore Dolby A solo in fase di postproduzione musicale, uno degli aspetti più importanti dell'opera del '71. Il passaggio al dominio digitale è stato compiuto dal mondo Dolby con la genialità del suo fondatore. Quando il rumore non è più un problema, a Las Vegas nel febbraio '91 viene presentato l'algoritmo di compressione Dolby Digital AC-3, che porta in un flusso a banda passante limitata ben cinque canali audio a spettro pieno ed uno a spettro ridotto, dedicato alle sole note basse. La traccia ottica sulla pellicola diventa una striscia di quadratini (come i Qr-code) e nel giugno '92 si scatena nelle sale Batman - the return di Tim Burton, primo film con colonna Dolby AC-3. Le limitazioni del surround analogico sono superate, il rumore non esiste per definizione, le frequenze audio ci sono tutte, la dinamica e la separazione fra i canali sono impressionanti.
A ricordare il genio di Dolby anche il suo tipico modello di business. Infatti, invece di barricare un prodotto inevitabilmente destinato ad essere imitato, forse per la vicinanza con il mondo della produzione immateriale di storie ed emozioni, capisce che si possono ottenere maggiori ricavi “licenziando” le proprie innovazioni a fronte di royalties, a chiunque voglia incorporare uno dei 50 (e oltre) brevetti Dolby. Su ogni singolo apparecchio deve anche comparire secondo regole strettissime il logo autorizzato.
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