Smartphone, ecco l'Lte: arriva
la connessione dati superveloce

(Archivio Ansa)
di Federico Rocchi
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Martedì 30 Ottobre 2012, 16:55 - Ultimo aggiornamento: 1 Novembre, 12:28

ROMA - Parte oggi, 30 ottobre 2012, l’offerta commerciale dei servizi telematici wireless forniti con la nuova tecnologia LTE, Long Term Evolution. Vodafone è la prima ad accendere le antenne per lo scambio dati nelle città di Milano e Roma (raggiungendone altre venti nei prossimi cinque mesi), seguita da 3 Italia con previsione di coprire 800 comuni per la fine dell’anno e Tim, esattamente il prossimo 7 novembre, comprendendo oltre alla Capitale e Milano anche Napoli e Torino (e altre 20 città entro il 31 dicembre).

Tecnicamente parlando si tratta di una connessione esclusivamente per lo scambio di dati, quindi non sarebbe da confondere con la tecnologia detta “4G” che l'affiancherà in seguito per il solo servizio di telefonia.

E’ studiata per resistere al movimento in alta velocità (funziona anche su un treno veloce ad esempio) ed è capace di offrire sulla carta fino a 100 Megabit di banda passante in download (quindi nel ricevere dati) e 50 Megabit in upload (ovvero nel trasmettere dati), oltre ad offrire un miglioramento rispetto alla tecnologia HSPA che già conosciamo per quanto riguarda la “latenza”, ovvero il tempo “di reazione” alla singola richiesta di dati.

Memori del fallimento di altre tecnologie, come WiMax che secondo un ex ministro delle comunicazioni avrebbe dovuto rappresentare la chiave di volta per il superamento di un mai ben chiaro “digital divide”, stavolta il mercato ha sincronizzato la presenza dei dispositivi hardware sugli scaffali con l’effettiva partenza dei servizi. Per usufruire della connessione LTE serve naturalmente un modem adatto, a forma di chiavetta USB ad esempio, oppure un dispositivo che lo incorpori, come il nuovo iPhone5 (che non ha apparato radio per la frequenza 2.600 MHz), Samsung Galaxy S3, Nokia Lumia 920, Htc One XL o un tablet Samsung Galaxy 8.9.

Nonostante la buona armonia di marketing e tecnologia rimangono diversi problemi da risolvere nei mesi a venire, primo fra tutti quello politico-tecnico che riguarda l’uso delle frequenze “basse” sottratte all’uso televisivo di cui tanto si parla, la banda degli 800 MHz giudicata “la migliore” perché consente l’uso di un numero minore di celle sul territorio, a prezzo però di potenziali disturbi sulla contemporanea emissione in tecnica DVB-T della televisione digitale.

Questa situazione, messa in relazione alle previsioni sull’uso prevalente che il pubblico farà della nuova tecnologia LTE ovvero la visione di video, lascia aperta anzi rinnova l’esigenza di una riflessione di sistema sulla strategia che sarebbe giusto suggerire al mercato per una coesistenza intelligente ed efficiente di moderni metodi telematici wireless: per vedere una partita di calcio in diretta ha, ancora oggi, più senso l’uso del sistema broadcast “uno a molti” della televisione DVB-T piuttosto che l’apertura di migliaia di connessioni LTE afferenti ad una stessa cella, col risultato di rallentarsi a vicenda, possibilità che appare grottesca sia per la natura ultraveloce del sistema sia per la necessaria presenza a bordo di ogni dispositivo LTE capace di funzionare sugli 800 MHz di un ricevitore e un’antenna evidentemente adattabile anche alla ricezione televisiva.

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