Asimov rimane forse il più famoso e ammirato scrittore di fantascienza, ma si dimentica che fu anche uno scienziato, che insegnò biochimica alla Boston University e pubblicò anche libri di diffusione scientifica. Quindi nel prevedere il futuro mezzo secolo più tardi, probabilmente si affidava più alla sua conoscenza scientifica che non all’immaginazione di scrittore. Difatti, lui che aveva pubblicato il grandissimo “Io Robot”, non si fa conquistare dalle sue stesse pagine e prevede piuttosto che nel mondo del futuro i robot non saranno «né molto comuni, né molto efficienti». Semmai, precisa, ci sarà un’avanzata applicazione robotica nei piccoli e grandi elettrodomestici. Difatti descrive sofisticate macchine da casa e da cucina, come l’apparecchio per il caffè da programmare la sera prima per avere una tazza fumante all’ora della sveglia, che è oggi comunissimo in milioni di case americane. Aggiunge che ci saranno in vendita pranzi pronti e surgelati da riscaldare al momento della cena. Immagina la tv con il megaschermo piatto e il cinema in 3D, e soprattutto il fatto che ci saranno satelliti che permetteranno di usare il telefono direttamente con tutti i luoghi del mondo senza passare attraverso centralini. Prevede tra l’altro l’invenzione di cavi in grado di trasportare dati ad altissima velocità (e infatti abbiamo i cavi a fibra ottica) e che le nostre comunicazioni telefoniche includeranno anche l’immagine, come negli smartphone. Sui telefoni del futuro aggiunge; «si potranno fare ricerche, leggere pagine di libri, fare fotografie». Assicura che mezzo secolo più tardi quasi nessun apparecchio elettrico avrà bisogno di un filo e una presa, ma sarà portatile. E che le fabbriche saranno automatizzate e gli uomini organizzeranno il proprio lavoro soprattutto programmando delle macchine (computer?).
Tutto ciò ci può sembrare scontato oggi, ma nel 1964 immaginare uno smartphone con tanta precisione era davvero da fantascienza. Gli Stati Uniti erano lungi dall’atterrare sulla luna, eppure Asimov scrive, correttamente, che 50 anni più tardi la Nasa sarà atterrata su Marte, ma solo con una sonda. Le automobili erano enormi ammassi di lamiera, poco maneggevoli e ingombranti, e se Asimov ha sbagliato nell’immaginare che nella nostra era esse si sarebbero levate in volo, non sbaglia però nel sostenere che nel 2014 «si staranno dedicando molti sforzi» a creare automobili con un «cervello da robot», che potranno «essere programmate per portarci a certe destinazioni senza interferenze dell’autista umano»: Google sta lavorando esattamente su questo concetto, l’auto che si guida da sola.
Comunque la previsione più drammatica dell’autore scienziato è che la tecnologia spingerà l’uomo «ad allontanarsi sempre di più dalla natura». E non basta: prevede anche il digital divide, il divario fra i popoli che hanno facile accesso alla tecnologia e quelli che restano indietro. E il divario, ammonisce, condannerà queste comunità a «scivolare indietro ancor di più».
Asimov scriveva immaginando quel che una Fiera Mondiale del 2014 avrebbe presentato al pubblico. In realtà una fiera del 2014 non è prevista. Il prossimo appuntamento si terrà infatti fra un anno, nel 2015, a Milano. E chissà se qualcuno non stia pensando a creare uno stand dedicato alle previsioni che Asimov aveva azzeccate 50 anni fa
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