«Facebook ha creato 70 mila posti di lavoro»: come (e se) un social network può far crescere l'occupazione

«Facebook ha creato 70 mila posti di lavoro»: come (e se) un social network può far crescere l'occupazione
di Andrea Andrei
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Venerdì 20 Marzo 2015, 18:59 - Ultimo aggiornamento: 23 Marzo, 08:04
Un miliardo e 400 mila persone usano Facebook ogni mese. Ogni giorno accedono al social network di Menlo Park quasi 900 milioni di persone. Solo in Italia 20 milioni di utenti (circa un terzo della popolazione) si connettono quotidianamente alla piattaforma. Fra loro, 17 milioni lo fanno da uno smartphone o da un tablet.



Quanto Internet e i social network abbiano cambiato le abitudini della collettività, è noto a tutti. Ma quanto la rivoluzione delle “reti sociali” abbia influito sull'economia era ancora poco chiaro. L'utilizzo dei social network e di Facebook in particolare (la piattaforma fondata da Zuckerberg è la più utilizzata), permea completamente le realtà aziendali, modificandone la comunicazione e, di conseguenza, anche il “raggio d'azione”. Per questo Facebook ha promosso una ricerca, curata da Deloitte, sull'impatto economico che il social network ha avuto nel nostro Paese. Una ricerca che è stata presentata ieri al Ministero dello Sviluppo Economico, ritiene che Facebook in Italia abbia un impatto economico pari a 6 miliardi di dollari e abbia contribuito a creare 70 mila posti di lavoro.



Il country manager di Facebook Italia, Luca Colombo, dopo aver presentato la ricerca, ha spiegato che i dati italiani sono in linea con i grandi Paesi. Insomma, per una volta non siamo indietro. Peccato che si tratti comunque di statistiche che non consolano chi ha perso il lavoro "tradizionale", che sono molti di più.



Il dibattito, a cui hanno preso parte Daniele Capezzone (Presidente Commissione Finanze della Camera dei Deputati), Fabio Lalli (Fondatore e ceo IQUII), Alessandro Micheli (Presidente Confcommercio Giovani), Francesco Sacco (Professore SDA Bocconi) e Marco Simoni, (Consigliere Economico del Presidente del Consiglio) e Mattia Fiorin (Cio di Fiorin Arredamenti), si è concentrato sulla necessità da parte delle aziende di “scendere nell'arena” del web, che rappresenta un'incredibile opportunità di sviluppo e di crescita.



Una visione con cui è d'accordo anche il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi: «I dati della ricerca confermano la validità dell’impegno del Mise a favore dei processi di internazionalizzazione e di innovazione delle Pmi, ossatura portante di tutto il sistema-Paese. I dati emersi dal convegno confermano che l’utilizzo dei social media contribuisce a migliorare produttività e a creare nuovi posti di lavoro. Gli oltre 10.000 nuovi occupati nelle Pmi rappresentano un elemento di assoluto rilievo per un Paese con l’Italia dove la disoccupazione giovanile è fattore di grande preoccupazione».



Certo ci si chiede, in un periodo nero per i giovani come quello che il nostro Paese sta attraversando, se davvero l'incremento dell'utilizzo della Rete e dei social network possa aiutare a risolvere un problema come la disoccupazione. Il consigliere del premier Matteo Renzi, Marco Simoni, è convinto di sì: «Se ci connettessimo di più a Internet ci sarebbero più posti di lavoro», ha sottolineato, «Se in Italia si connettessero alla Rete lo stesso numero di persone che si collegano in Francia, avremmo 70 mila posti di lavoro in più. Ma attenzione: certi strumenti funzionano solo in presenza di un sistema economico all'altezza».



Detto in altri termini: navigare di più serve a poco, se la barca fa acqua.
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