Apple rumors, iRadio avrà la pubblicità sonora come Spotify. Chiuso accordo con Sony

Apple rumors, iRadio avrà la pubblicità sonora come Spotify. Chiuso accordo con Sony
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Venerdì 7 Giugno 2013, 13:25 - Ultimo aggiornamento: 10 Giugno, 14:42
ROMA - Iniziano ad emergere pi particolari su iRadio, il servizio streaming musicale che Apple potrebbe lanciare la prossima settimana alla Conferenza degli sviluppatori di San Francisco, al via il 10 giugno. Secondo indiscrezioni, l'azienda inserir nel servizio anche la pubblicit, pure sonora, sulla falsa riga di quello che gi avviene sul concorrente Spotify.



Secondo il sito AdAge, gli spot verranno venduti tramite iAd, la piattaforma pubblicitaria mobile di Cupertino. La pubblicità dovrebbe così permettere alla Apple di corrispondere alle case discografiche i proventi sul copyright. Secondo le indiscrezioni emerse la scorsa settimana sul New York Times, iRadio dovrebbe essere integrato in iTunes - il negozio di musica digitale che conta 500 milioni di account - e, oltre allo streaming musicale, permetterebbe all'utente di creare delle vere e proprie stazioni radio.



Gratis, o quasi. Se seguisse il modello di altri competitor, il servizio dovrebbe avere un doppio modello di distribuzione: la versione gratuita supportata dalla pubblicità e quella premium, a pagamento, senza nessuna interruzione.



Apple ha chiuso un accordo anche con Sony. La notizia è stata rivelata da All Things Digital che cita fonti molto vicine alle trattative. In questo modo il colosso di Cupertino California, ha messo nel suo portafoglio tutte e tre le principali case discografiche, visto che nelle scorse settimane aveva firmato anche con Warner Music e Universal Music. Tuttavia non è ancora chiaro quando l'azienda abbia deciso di lanciare il nuovo servizio - molto simile a Pandora - e al quale sta lavorando dallo scorso autunno. I ritardi sarebbero dovuti ai molteplici problemi incontrati per firmare accordi con le case discografiche. L'ultima controversia con Sony era legata alle canzoni che gli utenti ascoltano solo parzialmente: la casa discografica voleva essere pagata anche se il pezzo non veniva ascoltato fino alla fine. Adesso i due avrebbero trovato un accordo, anche perché in tempi difficili per l'industria musicale, ogni iniziativa su Internet che porta introiti è merce preziosa.
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