Il personaggio: leader Ledesma,
capitano di sacrificio e passione

Il personaggio: leader Ledesma, capitano di sacrificio e passione
di Alberto Abbate
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Lunedì 10 Febbraio 2014, 01:10 - Ultimo aggiornamento: 01:11
In alto la bandiera Ledesma, trinit della Patagonia: cuore, anima e spirito biancoceleste. Al primo derby aveva conquistato la Lazio. Diciassette volte dopo, è ancora la sua partita: «Come mi disse una volta Delio Rossi, devi avere la testa fredda e il cuore caldo». Ecco l'incarnazione Cristian, simbolo d'esperienza e lazialità. L’ha vinto, l’ha perso, l’ha pareggiato, il derby. Ha segnato, s'è arrabbiato, ha subito ingiustizie. S'è visto sventolare in faccia i cartellini rossi, s'è immolato. Ieri Cristian ha trascinato di nuovo Lazio, da capitano vero: «Siamo soddisfatti della prestazione, abbiamo interpretato in modo giusto la sfida, peccato solo per il calo nel secondo tempo. Ci prendiamo il punto. Ci piace vincere, ma in un derby è fondamentale non perdere».



LEADER SILENZIOSO

Saggio, Ledesma, leader silenzioso e concreto. Nessuno in squadra ne ha giocati tanti quanti lui. Ieri il senatore alzava la diga a centrocampo, era l'ombra della Roma, l'incubo d'ogni contropiede giallorosso. Chiedetelo a Gervinho. Monumentale davanti alla difesa. Un muro, il direttore dell'orchestra, l'equilibratore della squadra. La bussola Ledesma. Sacrificio e passione, orientamento al servizio della Lazio. Di roccia le gambe, di fuoco gli occhi, millimetriche le geometrie, perfetto Ledesma. Il derby lo carica, la famiglia in tribuna gli mette il turbo: «Sugli spalti c'erano mia moglie e i miei figli. Ci tengono alla maglia, erano tristi nel vederci laggiù in classifica, adesso saranno felici per questi buoni risultati». Tutto casa e Lazio, Cristian. I suoi amori si fondono nel derby: «Affrontai la Roma per la prima volta il 10 dicembre del 2006. Era appena arrivato - racconta Ledesma sul suo blog - e c' era un po' di scetticismo nei miei confronti. Scoccò la scintilla». Un lampo improvviso, un gol, la doppia gioia: «Quella sera scoprimmo con mia moglie Marta di aspettare Daniel. Quella rete, il mio ricordo più bello, ha plasmato il carattere del mio bambino». Il 31 ottobre 2007 segnò ancora contro la Roma con una splendida punizione, ma la rimonta (quella sfida finì 3 a 2 per i giallorossi) fallì. Nell'ultimo 0-0 ci sono anima e corpo di Ledesma.



REJA

Al derby è legato, il derby l’ha consacrato. Reja lo ha rianimato: «l mister ha portato serenità - giura Ledesma - e i risultati ora si vedono. Prima c’era tanta confusione in mezzo al campo. Di match in match abbiamo migliorato anche il gioco». Ecco la stoccata a Petkovic. L'aveva messo da parte, l'ex allenatore, a inizio stagione. Cristian non cerca vendette, non respira riscatti, ma solo il bene della Lazio: «Abbiamo ritrovato tranquillità. Dobbiamo ancora migliorare, specialmente sul possesso palla e sulle ripartenze. Essere più cinici, come a Verona, ma guardiamo avanti». Al futuro, per esempio: «Keita ha fatto un'ottima partita, gliel'ho detto dopo la gara. Era il suo primo derby e gli servirà da lezione per il prossimo». Statene certi, Ledesma ci sarà.
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