LEADER SILENZIOSO
Saggio, Ledesma, leader silenzioso e concreto. Nessuno in squadra ne ha giocati tanti quanti lui. Ieri il senatore alzava la diga a centrocampo, era l'ombra della Roma, l'incubo d'ogni contropiede giallorosso. Chiedetelo a Gervinho. Monumentale davanti alla difesa. Un muro, il direttore dell'orchestra, l'equilibratore della squadra. La bussola Ledesma. Sacrificio e passione, orientamento al servizio della Lazio. Di roccia le gambe, di fuoco gli occhi, millimetriche le geometrie, perfetto Ledesma. Il derby lo carica, la famiglia in tribuna gli mette il turbo: «Sugli spalti c'erano mia moglie e i miei figli. Ci tengono alla maglia, erano tristi nel vederci laggiù in classifica, adesso saranno felici per questi buoni risultati». Tutto casa e Lazio, Cristian. I suoi amori si fondono nel derby: «Affrontai la
REJA
Al derby è legato, il derby l’ha consacrato. Reja lo ha rianimato: «l mister ha portato serenità - giura Ledesma - e i risultati ora si vedono. Prima c’era tanta confusione in mezzo al campo. Di match in match abbiamo migliorato anche il gioco». Ecco la stoccata a Petkovic. L'aveva messo da parte, l'ex allenatore, a inizio stagione. Cristian non cerca vendette, non respira riscatti, ma solo il bene della Lazio: «Abbiamo ritrovato tranquillità. Dobbiamo ancora migliorare, specialmente sul possesso palla e sulle ripartenze. Essere più cinici, come a Verona, ma guardiamo avanti». Al futuro, per esempio: «Keita ha fatto un'ottima partita, gliel'ho detto dopo la gara. Era il suo primo derby e gli servirà da lezione per il prossimo». Statene certi, Ledesma ci sarà.
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