Marotta«Prima vinciamo, poi parleremo
del contratto di Conte»

Marotta«Prima vinciamo, poi parleremo del contratto di Conte»
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Mercoledì 16 Aprile 2014, 20:15 - Ultimo aggiornamento: 21:57
Prima lo scudetto, e magari anche l'Europa League. Solo dopo verrà l'ora di discutere il futuro con la Juventus di Antonio Conte, il grande motivatore, come riconosce Gigi Buffon (e non certo solo lui), del periodo d'oro dei campioni d'Italia. Non cerca di prendere tempo l'ad bianconero Beppe Marotta, pressato dalle domande dei giornalisti («sarà Conte al100% a guidare la Juve l'anno prossimo?») e dalla curiosità impaziente dei tifosi: semplicemente, questo è il momento di stringere i denti, in campionato ed in coppa, concentrandosi sui traguardi vicini.





«Siamo soddisfatti in modo totale del lavoro svolto da Conte, leader del nostro gruppo». Ma il prolungamento del contratto, in scadenza nel 2015, finirà sul tavolo «solo - ribadisce Marotta - dopo che avremo ottenuto qualcosa di molto importante: lo scudetto ed eventualmente anche l'Europa League.

L'ha detto chiaramente Conte e siamo d'accordo con lui: ne discuteremo alla fine di questa stagione».

I giorni decisivi sono arrivati: il terzo tricolore di fila è ad un passo, «ma non ancora in tasca - precisa il manager - e l'Europa League, »che tutti, dirigenti, giocatori e staff tecnico, siamo determinatissimi a vincere« tutta da giocare. La Juve vorrebbe tenersi stretto il grande motivatore, una garanzia per ripartire nella caccia alla Champions.



L'Europa League sarà pure la coppa »più sentita e popolare«, come dice il presidente dell'Uefa Michel Platini,ma la Juventus freme per rientrare nell'elite, tra i club che giocano nella Coppa Campioni. Sopratutto che giocano per vincerla. »Vorremmo riappropriarci - dice Marotta - di quei trofei che sono già nella nostra bacheca, anche se rispetto al recente passato la concorrenza è cambiata e la leadership è nelle mani di squadre inglesi, tedesche e spagnole«. Per questo »la nostra intenzione - spiega l'ad bianconero - non è di vendere, ma di comprare, pur nel rispetto di un grande equilibrio economico-finanziario.
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