Benigni, show nel nome dell'amore con i Dieci comandamenti: «La felicità? Ce l'abbiamo tutti»

Benigni, show nel nome dell'amore con i Dieci comandamenti: «La felicità? Ce l'abbiamo tutti»
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Martedì 16 Dicembre 2014, 23:47 - Ultimo aggiornamento: 26 Dicembre, 23:32

Un inno appassionato all'amore, allo spettacolo della vita, alla ricerca della felicità. Dopo il pieno di ascolti del primo show evento sui Dieci Comandamenti, seguito su Rai1 da 9,1 milioni di spettatori pari al 33.23% di share, Roberto Benigni scommette in modo forse ancora più coraggioso sul testo biblico: con poche concessioni alla satira e all'attualità, nella seconda puntata va dritto al cuore dei precetti e prova a sviscerarne il senso profondo, l'eternità del messaggio. Forte del tributo di affetto del pubblico - rimasto "fedele" nel corso di tutta la prima serata - e della promozione a pieni voti della chiesa.

«Non rubare» è un comandamento «scritto ad hoc per gli italiani». La castità «può essere una grande virtù se praticata con moderazione». La chiesa meriterebbe «una class action per aver confuso sesso e peccato». Poche battute lampo punteggiano l'analisi delle tavole della legge. «Onora il padre e la madre», esordisce Benigni, che propone di allargare il quarto comandamento ai nonni, «fondamento della famiglia», e rispolvera il senso vero dell'onore, «una parola così bella ma oggi un pò rovinata». «Non uccidere» è la prima formulazione della proibizione dell'assassinio nella storia dell'umanità, un monito quanto mai attuale «visto che una terza guerra mondiale può ancora accadere». "Non commettere adulterio", dice la Bibbia, «ma la chiesa lo ha trasformato in "non commettere atti impuri": hanno rovinato generazioni intere di ragazzi, compresa la mia», scherza il premio Oscar, alludendo alle prime turbe da adolescenti. «Hanno fatto diventare sesso e peccato sinonimi, «roba da fare causa alla chiesa.

E invece nella Bibbia è l'opposto, il sesso è il luogo della creazione».

Poi l'affondo sul settimo comandamento, non rubare: «Dio ci ha fatto un trattamento di favore - ironizza Benigni - perchè ha scritto questo comandamento proprio per noi italiani, è una norma ad personam, anzi pare lo abbia scritto direttamente in italiano. È quello al quale si obbedisce di meno, in Italia lo capiscono solo i bambini». Oggi, insiste, «essere ladri non fa più nessun effetto», eppure «vendere la propria anima è il punto più basso della storia dell'umanità». Il governo, sottolinea, «ha annunciato che con la nuova legge il ladro che viene preso deve restituire i soldi. Un'idea straordinaria, ma prima non era venuta a nessuno? L'ultima invenzione è arricchirsi impoverendo in maniera subdola gli altri, con operazioni di finanza e di borsa. E poi ci sono i falsi invalidi, gli evasori fiscali, la tassazione esagerata, l'usura, le aggressioni alla natura, i veleni sversati nella terra, l'abusivismo: sono tutti furti. Ma il più grande è non dare la possibilità di lavoro a una persona: significa rubargli l'esistenza».

Il precetto che tiene in sè tutti gli altri è «Ama il prossimo tuo come te stesso. Amarsi - sottolinea l'attore e regista - è il problema fondamentale dell'umanità. Non ci rimane molto tempo, affrettiamoci ad amare, amiamo sempre troppo poco e troppo tardi, perchè al tramonto della vita saremo giudicati sull'amore».

Il monito finale di Benigni, che appare quasi trasfigurato, è sulla ricerca della felicità: «Ce l'hanno data quando eravamo piccoli, ma l'abbiamo nascosta, come fa il cane con l'osso e non ci ricordiamo più dov'è. Cercatela, guardate nei ripostigli, nei cassetti. E non abbiate paura di morire, ma di non cominciare mai a vivere davvero. È qui l'eternità. Dobbiamo dire sì alla vita, inginocchiarci davanti all'esistenza», dice commosso, prima di chiudere con una citazione di Walt Whitman.

Portare la Bibbia in prima serata era un'impresa e Benigni lo sa: «Forse ieri sera ho esagerato un pò, la gente stamattina mi ha fermato: chi si voleva confessare, qualcuno voleva destinarmi l'otto per mille», scherza in apertura di serata. Ma il pubblico lo ha premiato: pur non raggiungendo le vette dello show sulla Costituzione, La più bella del mondo (12,6 milioni e 44% a dicembre 2012), la prima puntata ha sfiorato i 10 milioni di spettatori più volte, ma l'ascolto si è mantenuto sempre costante. La scommessa sarà replicare questi risultati. Intanto però il premio Oscar incassa il plauso della Chiesa, da Famiglia Cristiana che parla di "miracolo in tv" al Sir, ad Avvenire che scrive: «Solo Benigni poteva riuscire nell'ambizione temeraria di misurarsi in prima serata su Rai1 su un tema alto, altissimo, incommensurabile come i Dieci Comandamenti».

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