Maddalena Crippa, “Italia mia Italia”: un atto d'amore

Maddalena Crippa
di Rita Sala
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Venerdì 13 Settembre 2013, 13:44 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 11:01
ROMA - Ha debuttato ieri sera e va avanti fino al 22 settembre. Canta e dice dell’Italia che vorremmo, meno piagnona, meno ripiegata e offesa, meno rinunciataria. Con il suo piglio - ha sempre avuto una fisicità risorgimentale, barricadera - Maddalena Crippa apre la stagione del Teatro sala Umberto di Roma offrendoci Italia mia Italia, un grido d’amore e di dolore indirizzato a quanti non riescono ad agganciare un nuovo modo di essere italiani. Sola in scena (si fa per dire: c’è il pianoforte di Massimiliano Gagliardi, anche arrangiatore, e ci sono le musiche dal vivo della Bubbez Orchestra, con Giovanna Famulari al violoncello, Massimo De Lorenzi alla chitarra, Ermanno Dodaro al contrabasso), l’attrice chiama Ivano Fossati e la sua canzone Una notte in Italia, del 1986, a indicarci «la fortuna di vivere adesso questo tempo sbandato». Di quella ballata antica ma non anacronistica che ripropone nel suo recital, invoca lo spirito concreto e lirico insieme, la speranza «in un futuro che viene a darci fiato».

PAROLA E GESTO

Si tratta, non a caso, di un appuntamento con la parola scelta, essenzialmente cantautorale, con il gesto semplice, significativo, mai sovrabbondante. Maddalena comincia con severità e monito: All’Italia di Giacomo Leopardi. O patria mia, vedo le mura e gli archi / e le colonne e i simulacri e l’erme torri degli avi nostri, / ma la gloria non vedo... La poesia togata di Don Giacomo da Recanati serve da catalizzatore, contribuisce a cancellare remore e impudicizia, a buttare sul tappeto verde La cura di Battitato come Sì, viaggiare di Battisti, Bartali di Paolo Conte come La canzone del maggio di Fabrizio De André o la mitica La storia siamo noi di De Gregori, un pensiero di Federico Fellini e Io che amo solo te di Endrigo. Ancora, Pasolini s’intreccia con riflessioni della stessa Crippa, Toto Cutugno dell’Italiano con l’Amara terra di Modugno e il Giuseppe Caliceto di Italiani per esempio.

Forti contenuti, grande passione, bravura, eleganza di tratto, arrangiamenti musicali che rendono “nuove” le canzoni e le rendono, anche più dei testi, autentici richiami a pretendere qualcosa di più dalla terra in cui siamo nati e dai suoi attuali abitanti. Regia di Peter Stein. Maddalena non è nuova a performance socialmente impegnate. Andate a vederla in questa di segno patriottico.

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