Ecco il motel-necropoli sotto la Portuense: scoperte una stazione, terme e un'area di culto

Ecco il motel-necropoli sotto la Portuense: scoperte una stazione, terme e un'area di culto
di Laura Larcan
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Sabato 26 Luglio 2014, 07:55 - Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 10:34

Tutto il bello della Roma imperiale on the road. Il traffico non sar stato rumoroso e carico di smog come quello di oggi, ma la folla di viaggiatori e trasportatori di merci doveva essere la sua caratteristica principale.

Altrimenti non si spiegherebbe la sua complessa struttura di servizi di assistenza per i viandanti. Perché quello che è stato riportato alla luce dalla via Portuense, proprio sotto al ponte sul quale corrono le rotaie della ferrovia Roma-Fiumicino, è un autentico hub di duemila anni fa. Uno scalo all’incrocio tra l’antico tracciato della via Portuensis e la via Campana, dotato di una stazione di posta, grandi terme maschili e femminili, impreziosite da mosaici e marmi policromi sulle pareti, un luogo di culto, mausolei e sepolcri. Una sorta di motel imperiale per confortare il corpo e lo spirito dei numerosi viaggiatori che facevano la spola tra Roma e Portus, la seconda (dopo Ostia) grande città portuale sorta tra I e II secolo d.C., per trasferire le merci destinate alla capitale. Con uno sforzo di immaginazione, basti solo pensare che su queste due arterie viaggiavano tonnellate di anfore con olio, grano, sale, tessuti. Prodotti essenziali per una città che contava già nel II secolo un milione di abitanti. L’hub millenario è riemerso, come spesso accade a Roma, durante gli scavi di archeologia preventiva condotti dalla Soprintendenza ai beni archeologici, nell’ambito del progetto di raddoppio della carreggiata della via Portuense, e ieri è stato reso noto dall’archeologa responsabile Laura Cianfriglia, dal presidente del Municipio XI Maurizio Veloccia e dall’assessore ai Lavori pubblici Paolo Masini. L’area del cantiere si estende a monte e a valle del ponte ferroviario per un percorso di 200 metri.

SPECCHI E BALSAMI

Dal lato verso l’ospedale Spallanzani spiccano le terme femminili, dotate di una grande vasca di due metri utilizzata come cisterna e foderata in coccio pesto, materiale tipico impermeabile. A identificarli come bagni per donne sono stati i tanti oggetti rinvenuti. Sigillati sotto strati di terra c’erano, infatti, una cinquantina tra spilloni in osso e spatole in avorio, cucchiaini per il trucco, il manico di uno specchio, diversi contenitori per il balsamo. Dall’altro lato dello scavo, attraversato dagli antichi basoli delle strade, ecco le terme maschili, identificate da un raro esemplare di “strigile”, il raschietto di bronzo usato dagli uomini per detergere il corpo dopo il bagno. Vicino alle terme maschili spicca, poi, un edifico di culto paleo-cristiano forse legato a San Pantaleo, che ha restituito un bacino marmoreo, decorato con due teste femminili lungo il bordo, non altro che una fontana di fattura romana riutilizzata come acquasantiera. Proprio qui vicino sono state scavate numerose sepolture tarde. Una curiosità: nei pressi delle terme è riaffiorato un cippo di travertino con un’iscrizione che svela l’intervento dell’imperatore Vespasiano (I sec. d.C.) per il recupero di un’area sacra abusivamente occupata da privati. E si può anche visitare il cantiere, su prenotazione il 29, 30 e 31 luglio alle ore 10:15 (scaviportuense@gmail.com, 06.6961.5333).Imperdibile.

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