Gli U2 "sposano" Apple, adesso
l'album è gratuito

Gli U2 con Tim Cook, ad della Apple
di Marco Molendini
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Giovedì 11 Settembre 2014, 16:18 - Ultimo aggiornamento: 16:54
Gli U2 hanno fatto 13. E il montepremi altissimo, tanto pi che viene guadagnato con l'album meno eccitante della loro carriera (visti gli alti standard dei 12 dischi precedenti, non neppure un pessimo risultato). Dunque: si sono fatti coprire d'oro dalla Apple (una buona fetta di quei 100 milioni di dollari che l'azienda di Cupertino si dice abbia stanziato per lanciare il nuovo iPhone e il nuovo iWatch), hanno messo a rumore il mondo della musica scatenando una formidabile campagna promozionale che sarà ricordata a lungo, hanno protetto il loro “Songs of innocence”, partorito dopo una gestazione assai difficoltosa, dal rischio di insuccesso. Del resto, il declino delle vendite della band irlandese è significativo: 12 milioni di copie con “All that you can't leave behind”, 10 con “How to dismantle an atomic bomb”, 5 con “No line on the horizon”.

Record

Automaticamente, questo, è addirittura diventato l'album più diffuso della storia, con i 500 milioni di utenti di iTunes che se lo sono ritrovato sulla loro piattaforma (Billboard, la bibbia delle classifiche musicali, ha già fatto sapere che non lo includerà nelle charts, considerandolo fuori categoria).

Insomma, un colpo gobbo. Con la sorpresa di martedì, infatti, gli U2 hanno portato alle estreme conseguenze quello che già altri colleghi avevano accennato. Per esempio i Radiohead con “In rainbows”, pubblicato a offerta libera nel 2007. Beyoncè, l'anno scorso, ha lanciato a sorpresa il suo nuovo disco su iTunes (a pagamento). Un anno fa è tornato sulle scene dopo un decennio David Bowie lanciando gratuitamente in streaming “The next day ”su iTunes per qualche giorno e, così ha fatto a marzo scorso Shakira, ma su Spotify.

Nessun regalo

Stavolta le cose sono andate oltre, il disco si è donato completamente al mezzo e per un lungo periodo, fino all'uscita effettiva del 13 ottobre, consegnandosi al ruolo di oggetto di marketing, considerando automaticamente superflui i guadagni che verranno dalle vendite. «Le classifiche non hanno più senso. La vecchia industria musicale ha toccato il suo punto più basso. Oggi conta quanto sei ascoltato non quanto vendi» ha detto Bono a “Time magazine”, precisando che “Songs of innocence” non è stato regalato: «Siamo stati pagati, non credo nella musica gratis».

Proclami a parte, Bono e soci dovranno fare i conti anche con un album che non soddisferà tutti: le 10 canzoni sono pezzi costruiti in laboratorio, dove l'ispirazione e la sanguigna passionalità della band irlandese evaporano. Restano ovviamente il mestiere, la professionalità. Canzoni ben scritte (da un omaggio a Joey Ramone, con “The miracle”, a uno alla mamma di Bono, morta quando lui aveva 14 anni, con “Iris”. Solo qualcuna (per esempio “Sleep like a baby tonight ”o “Raised by wolves”) superiore alla media. Ma la storia non finisce qui. Bono ha annunciato che presto uscirà un secondo album, “Songs of experience”, ispirato dal poeta inglese William Blake (autore del poema “Songs of innocence and of experience”), curiosamente già usato dalla band italiana degli Isis, nata da una scissione dei New Trolls.
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