E' morto Joe Cocker, il cantante aveva 70 anni

E' morto Joe Cocker, il cantante aveva 70 anni
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Lunedì 22 Dicembre 2014, 19:33 - Ultimo aggiornamento: 23 Dicembre, 13:03

È morto all'età di 70 anni il cantante Joe

Cocker.

Il cantante e autore inglese era nato a Sheffield, in Inghilterra, 70 anni fa. La scomparsa, a causa di una malattia, è stata confermata dal suo agente Barrie

Marshall: «era semplicemente unico», ha detto, «sarà impossibile colmare il vuoto che lascia nei nostri cuori».

Il cantante Joe Cocker è morto nel suo ranch a Crawford, in Colorado, dopo una lunga battaglia con un cancro ai polmoni.

John Robert Cocker, indimenticabile autore di brani suol e blues che hanno fatto la storia della musica come «Unchain My Heart», «You are So Beautiful» e «With a Little Help from my Friends» era nato in Inghilterra, a Sheffield e lì aveva vissuto fino ai 20 anni diventando famoso per le sue cover blues di brani delle star del pop britannico degli anni '60, a partire dai Beatles. Il suo primo singolo fu infatti la cover dei Beatles «Ìll Cry Instead» e nel 1968 la sua versione di «With a Little Help from My Friends» rimane al primo posto nelle classifiche inglesi per una settimana nel novembre 1968. Nel 1969 si esibì a Woodstook e da allora fino a 60 anni passati ha continuato a girare il mondo con i suoi live. Nella sua carriera ha inciso una quarantina album. Nel 1983 aveva vinto un Grammy per il suo brano «Up Where We Belong», un duetto con Jennifer Warnes

Anche lui, come molti colleghi della sua generazione, ha rischiato di morire giovane, consumato da alcol e droghe, ed ora scompare per colpa di una malattia, come ha annunciato il suo agente Barrie Marshall: «era semplicemente unico», ha detto, «sarà impossibile colmare il vuoto che lascia nei nostri cuori». Joe Cocker è stato uno degli eroi di Woodstock.

Si era specializzato in cover dei Beatles e, con Jimmy Page alla chitarra, aveva inciso una strepitosa versione rock blues di «With a Little Help From My Friends». La sua performance rimane uno degli highlights della «tre giorni di pace, amore e musica»: l'urlo prima della reprise, che avrebbe spezzato le corde vocali di un uomo normale, fu come un grido di battaglia per milioni di giovani. Diventò subito famoso anche negli Usa per la sua voce roca e le sue insolite movenze. Non a caso la sua imitazione rimane uno dei must di John Belushi, così come il duetto dei «due Joe Cocker» una delle tante perle di quella irripetibile stagione del Saturday Night Live. Insieme a Leon Russell realizzò «Mad Dogs & Englishmen», il suo primo, memorabile, live cui fu dedicato anche un documentario che è uno dei classici della cinematografia rock del periodo.

Era il 1970 e presto cominciarono i problemi con gli abusi che misero a rischio carriera e salute. È stato il cinema a riportarlo allo status di star negli anni '80: «You Can Leave Your Hat On» (un brano di Randy Newman) accompagna lo spogliarello di Kim Basinger in «9 settimane e1/2» ed entra nella storia del costume, «Up Where We Belong», un duetto con Jennifer Warnes inserito nella colonna sonora di «Ufficiale Gentiluomo», vince l'Oscar. Da eroe di Woodstock e della trasgressione, si trasforma in una star al cui servizio ci sono i migliori team di autori e produttori, nel 1987 arriva anche un altro mega hit, «Unchain My Heart».

In Italia ha trovato in Zucchero un fan entusiasta che ha modellato stile e movenze su quelle di Joe Cocker, ma anche Eros Ramazzotti ha inciso un duetto con lui. Oltre ad aver vinto Oscar e Grammy, nel 2007 è stato nominato Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico, quasi a sancire la sua trasformazione. La sua voce roca rimane un autentico, imitatissimo, marchio di fabbrica nonostante negli ultimi anni non sia stato più il rocker innamorato della black music degli inizi. Sul piano artistico andare oltre «You Can Leave Your Hat On» è stato difficile quasi quanto umanamente superare i suoi guai personali. Quando una canzone diventa la colonna sonora di qualsiasi numero sexy di qualsiasi programma tv (e non solo) ai quattro angoli del mondo può trasformarsi in una prigione. Da vecchio soul man british che ha fatto la gavetta nei pub, Joe Cocker non ha avuto bisogno di fare altro che tentare di migliorare il suo look (che non è mai stato il suo forte), dare una levigatina agli arrangiamenti, cavalcare l'onda.

E ora a 70 anni compiuti lo scorso maggio, poteva guardare tranquillo il Grammy e l'Oscar che spiccano nella sua bacheca, insieme ai milioni di dischi venduti. Ma la malattia non gli ha concesso altro tempo.

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