Canzoni e ricordi a Casa Dalla per ricordare l'addio a Lucio tre anni fa

Canzoni e ricordi a Casa Dalla per ricordare l'addio a Lucio tre anni fa
di Marco Molendini
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Lunedì 2 Marzo 2015, 18:00 - Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 18:50

BOLOGNA – Cantano tutti a Casa Dalla. Canta Gianni Morandi, amico di una vita, canta Gaetano Curreri, che gli deve la carriera, canta e suona Renzo Arbore, cantano perfino il sindaco Merola e il ministro Franceschini fra i quadri che tappezzano le pareti, molti raffigurano la sua faccia, le locandine, le foto, i dischi d'oro (c'è una stanza apposta), i premi, i ricordi personali, i divani accoglienti, i libri (soprattutto d'arte, ma c'è uno grosso sui santi).

E' festa a via D'Azeglio, nel cuore di Bologna, Casa di Dalla diventa museo (il progetto prevede la trasformazione entro l'anno), ma quello che c'è di freddo e istituzionale in un simile passaggio si scontra con il caos vivo e incancellabile accumulato in quelle stanze così grandi, ancora più grandi pensando a quanto era piccolo Lucio.

Ci sono gli amici famosi, ci sono gli amici semplici, ci sono i fotografi, i giornalisti, i curiosi, i bolognesi.

E' c'è Lucio con la sua musica e i tanti ricordi. Ecco Morandi che con Gaetano Curreri canta e ricorda. Piazza Grande, L'anno che verrà, Caruso. Dice Curreri: «Questa casa è sempre stata una sorta di teatro».

E Gianni: «Sono venuto qui tante volte. Mi faceva ascoltare le canzoni nuove e quelle che stava scrivendo, l'ultima volta che eravamo qui insieme abbiamo litigato perché io l'ho quasi costretto a venire al Festival di Sanremo in gara, lui che mi chiamava Psyco e mi diceva «sei pazzo, non verrò mai», poi si inventò quella cosa del direttore d'orchestra-cantante insieme a Carone». Al gruppo si unisce anche Renzo Arbore che chiede Occhi di ragazza. Ancora: si mette a cantare anche il ministro Franceschini e non si tira indietro il sindaco Virginio Merola. In un'altra stanza c'è Alessandro Haber, in un'altra ancora Nardo Giardina il leader dell'allora Rhino jazz band (che poi si sarebbe ribattezzata Dr. Dixie jazz band) in cui Dalla debuttò come clarinettista di jazz e al gruppo non può non aggiungersi il clarinetto di Arbore. Nella stanza da letto un attore bolognese, Leo Mantovani è una sorta di clone di Lucio, in un altro angolo ci sono due ragazzi che improvvisano sulle note sparse del suo canzoniere. E' un happening che durerà tre giorni. E già ieri ha radunato anche Walter Veltroni, Paolo Fresu, Mimmo Paladino, l'inseparabile Iskra Menarini con parte del cast di Tosca, l'attore Giorgip Comaschi, Gigi D'Alessio, etc, etc.

La casa diventa museo, il primo piano, mentre sono ancora in vendita le due mansarde all'ultimo. La Fondazione, dunque, è partita, e raccoglie subito l'impegno del ministro che dice «tutto quello che potremo fare per dare una mano, lo faremo volentieri» e del sindaco che è sicuro: «Il riconoscimento di questa casa come museo nazionale è un'ottima idea. Ha le caratteristiche per essere qualcosa di originale rispetto al concetto di museo può rappresentare un'attrazione per Bologna non solo a livello nazionale». Fatto sta che, per ora, il carnet delle prenotazioni è sold out e non solo per i primi tre giorni di festeggiamenti. «Lucio sarebbe contento» è sicuro Gaetano Curreri. E Morandi aggiunge: «Sento che mi sta guardando da tutte le parti, tramite i suoi quadri, le sue cose e lo vedo dappertutto, dietro ad una porta, al piano, nella sua camera».

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