Torino, riapre il Museo Egizio: ritorno al futuro con quattromila anni di storia

Torino, riapre il Museo Egizio: ritorno al futuro con quattromila anni di storia
di Elena Panarella
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Martedì 31 Marzo 2015, 18:25 - Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 13:43
L'installazione interattiva che negli ultimi due mesi ha accompagnato i torinesi verso il nuovo Museo Egizio si apre al mondo: da domani, giorno di inaugurazione, a domenica 19 tutti potranno essere partecipi della riapertura al pubblico collegandosi al sito compagnia.egizio2015.it soffiando nel microfono del proprio computer. Questo soffio muoverà da remoto il braccio robot nella teca svelando antichi reperti nascosti sotto la sabbia. Allo stesso tempo, guardando la teca dal vivo, i visitatori del museo potranno condividere l'emozione della riscoperta dell'Egizio con le persone collegate da lontano. «Offrire alle persone che non sono a Torino di vivere l'inaugurazione collegandosi via web è il nostro modo per rendere davvero inclusiva, accessibile e partecipata la riapertura del museo, in linea con l'attenzione ricorrente che la Compagnia, nei suoi molteplici interventi, assegna a questi valori - spiega il presidente della Compagnia di San Paolo, Luca Remmert - giunge a termine anche la clessidra che con la sua presenza in piazza San Carlo ci ha accompagnato negli ultimi mesi: i 200kg di sabbia sono passati, possiamo quindi davvero affermare che il momento è giunto per restituire l'Egizio al suo pubblico».



Investimento di 50 milioni. «È un giorno straordinario, siamo fierissimi di aver rispettato i tempi e i costi per l'apertura del museo», ha detto Evelina Christillin, presidente del Museo Egizio. Dopo tre anni e mezzo di lavori, e un investimento di 50 milioni di euro, la presidente Evelina Christillin ha aperto così la giornata inaugurale del nuovo allestimento, che precede di 24 ore l'apertura al pubblico. «Siamo davvero felici di esserci riusciti», ha aggiunto ringraziando i soci fondatori. «Ora - sottolinea - abbiamo un mese di rodaggio prima dell'Expo per offrire al suo pubblico un museo perfettamente fruibile». Secondo la presidente «aver tenuto aperto il museo durante i lavori e aver consentito al pubblico di non dimenticarlo ma anzi, di affollarlo sempre di più, è stata una scelta faticosa ma vincente. Il 2014 è stato un anno record per i visitatori. Domani - ha concluso - ci sarà il grande afflusso di pubblico che abbiamo invitato gratuitamente: dalle 9 a mezzanotte il museo sarà aperto per tutti».



Per il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini: «Il lavoro fatto qui, credo sia il simbolo di molte cose che si devono e possono fare nel nostro paese. L'Egizio è un modello per molte città e musei italiani». Il ministro ha sottolineato l'importanza di aver scelto la Fondazione come modello di gestione pubblico-privato «ancora poco applicato in Italia e su cui stiamo ragionando per diversi luoghi - ha spiegato il ministro - per far diventare la fondazione una modalità di gestione dei beni culturali nel nostro Paese. Abbiamo un patrimonio enorme per il quale le risorse pubbliche non basteranno più». Per questo si ragiona su nuove forme di finanziamento «come il crowfunding» che può funzionare nel nostro Paese «se c'è un'integrazione tra musei e territorio, cioè se il territorio sostiene il museo, anche attraverso piccole donazioni». Franceschini ha poi ricordato che in Italia esistono «oltre 4 mila musei di cui 400 statali, ma sempre meno disponibilità finanziarie. Sono recentemente stato a New York dove i direttori del Guggenheim e il Metropolitan mi hanno spiegato che raccolgono i fondi in tutti gli Stati Uniti, una modalità che da noi non funzionerebbe. È difficile pensare che a Napoli darebbero i soldi per gli Uffizi e viceversa, noi dobbiamo partire dal territorio, anche attraverso piccole donazioni: anche questo è un aspetto su cui dobbiamo recuperare il ritardo».



«Se vogliamo rimanere un museo, e non essere solo una collezione, dobbiamo fare ricerca», ha sottolineato Chriztian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino che domani aprirà al grande pubblico con il nuovo allestimento. Il direttore ha regalato in anteprima al ministro Dario Franceschini, arrivato per l'inaugurazione, il nuovo catalogo di 300 pagine stampato per l'occasione. Greco ha ricordato l'importanza dell'egittologia per il Paese e si è rallegrato per aver «saputo che proprio oggi è uscito il bando e finalmente l'Italia avrà di nuovo un archeologo al Cairo». Sul nuovo allestimento il direttore ha spiegato: «Il nostro scopo è soddisfare non solo gli appassionati di egittologia o i visitatori che usufruiscono del museo a livello didattico, ma anche quel vasto pubblico che è incuriosito e attirato dal mondo delle antichità».



L'accademia di Roma. «Questo museo, così come lo hanno ripensato, ha un'atmosfera straordinaria, noi egiziani ci sentiamo a casa, riviviamo la suggestione delle sale del Museo Tahrir del Cairo, per il quale auspico un rinnovamento come questo». A parlare è Gihane Zaki, direttore dell'Egyptian Academy di Roma. «Negli ultimi mesi - ha aggiunto - tra il Museo di Torino, noi e i vertici del Museo Tahrir si sono intensificati i rapporti, da sempre molto forti, che negli ultimi tempi avevano subito un freno per vari motivi, dalla crisi politica in Egitto alle difficoltà del museo torinese. Rapporti anche di studio e ricerca che porteranno a nuovi e importanti traguardi». Gihane Zaki domani sarà in Municipio, a Torino, per firmare un gemellaggio tra il Governatorato di Luxor e la Città di Torino.



I numeri. Nel 2014 i visitatori sono stati 567.688, in aumento rispetto all'anno record delle Olimpiadi invernali del 2006, quando furono soltanto 529.911. Numeri che hanno consentito all'Egizio di essere fra i primi dieci musei più visitati d'Italia e fra i primi cento al mondo. Il nuovo percorso museale si articola su 4 piani, nello storico Palazzo dell'Accademia delle Scienze, e copre un arco temporale che va dal 4000 aC al 700 dC. Oltre 30.000 i pezzi presenti, che coprono il periodo dal paleolitico all'epoca copta. Attraversando la corte del Palazzo, opera seicentensca del Guarino Guarini, si entra nella manica Schiapparelli, che ospita biblioteca, caffetteria e oasi del roof garden. L'accoglienza al primo piano ipogeo, con biglietterie, guardaroba, bookshop, laboratori, servizi. Veloci scale mobili per 24 metri di dislivello portano il visitatore al più alto piano museale. Un percorso lungo circa due chilometri: alla sommità la grande arca di 40 metri, che mette in mostra pezzi da collezioni per anni rimasti nei depositi. Restaurato anche lo scalone ottocentesco del Mazzucchetti, esteso al piano ipogeo per riportare i visitatori all'uscita.
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