Dopo il furto, il dipinto, immesso nel mercato clandestino delle opere d’arte rubate, dopo varie transazioni, era pervenuto ad un privato collezionista francese ignaro della provenienza illecita, il quale aveva consegnato per la vendita l’opera ad una nota casa d’aste parigina.
Solo a questo punto, i Carabinieri hanno potuto rintracciare il dipinto e riscontrare la corrispondenza tra l’opera trafugata e quella all’asta e pertanto bloccarla al fine di impedire che venisse immessa sul mercato legale internazionale. La raffigurazione pittorica di “San Luca Evangelista” appare abbastanza insolita soprattutto per la caratterizzazione del volto solcato da rughe, incassato tra le spalle con occhiali sul naso, avvolto in un pesante abito scuro, sembrerebbe quasi il ritratto del probabile committente del dipinto, forse di nome “Luca”. L’importante opera sarà restituita alla Fondazione Cini, all’isola di San Giorgio di Venezia, oggi alle 14.30. Il Castello di Monselice infatti all’epoca del furto era di proprietà della Fondazione Giorgio Cini (istituita dal Conte Vittorio Cini nel 1951, come ente morale privato non a scopo di lucro), e dal 1981 era diventato di proprietà della Regione del Veneto.
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