Egitto, lo splendore dei gioielli reali di nuovo in mostra: riapre il palazzo di Alessandria

Egitto, lo splendore dei gioielli reali di nuovo in mostra: riapre il palazzo di Alessandria
di Elena Panarella
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Lunedì 20 Ottobre 2014, 18:39 - Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 17:07

Diamanti, zaffiri, smeraldi accecano i visitatori: è il museo dei gioielli della famiglia reale d'Egitto, al potere per oltre due secoli fino al 1952, che riapre i battenti ad Alessandria.

Il palazzo, costruito nel 1919, è stato reso accessibile al pubblico per la prima volta nel 1986: nel 2003 la chiusura, per una lunga ristrutturazione che si è conclusa proprio alla vigilia della rivoluzione contro Hosni Mubarak. E gli scontri e l'instabilità

hanno imposto di richiudere la cassaforte reale, a gennaio 2011.

Il significato più importante della nuova riapertura «è quello legato alla sicurezza di Alessandria, a quella dell'intero Egitto», ha detto il ministro delle Antichità Mahmoud Elmaty, dopo aver tagliato il nastro rosso all'ingresso delle sale. «Il museo è rimasto chiuso per tre anni, a causa proprio della mancanza di sicurezza nel Paese.

Ora abbiamo di nuovo il nostro museo - sottolinea soddisfatto Elmaty - una buona notizia non solo per gli egiziani ma per tutto il mondo».

LA DOLCE VITA

Le sale del museo traboccano di pezzi rari dal valore inestimabile. Ci sono oggetti appartenuti allo stesso Ali Pascia, capostipite della dinastia al potere ininterrottamente dal 1805 al 1952, quando la rivoluzione guidata dai militari strappò lo scettro a re Farouk, che diverrà anche re dei paparazzati nella Dolce vita romana. All'ingresso del museo sono proprio i diamanti della madre di Farouk (Fārūq ibn Fuʾād), la regina Nazli, ad accogliere i visitatori.

Poi lo sguardo si perde tra bicchieri decorati con brillanti, borsellini in oro massiccio, pettini in platino. Porta-trucchi creati dai mastri gioiellieri di tutto il mondo, Francia in testa. Quadri, pugnali, binocoli sfavillanti. Per non parlare dei gioielli della principessa Fawzia, prima moglie di Reza Pahlavi, l'ex scia d'Iran e la sorella di Faruq. Lei era il membro più anziano della ex dinastia regnante dell'Egitto, terminata con Fuad II, suo nipote, che ne fu l'ultimo sovrano.

Dopo aver perso i suoi titoli reali, ed essere fuggita dall'Egitto in seguito alla Rivoluzione del 1952, Fawzia si stabilì in Svizzera. Una meravigliosa scacchiera con pedoni e cavalli in oro e diamanti merita un'intera teca al secondo piano: è il dono di nozze dello scia per il matrimonio con Fawizia.

Fino al 15 novembre il museo sarà visitabile gratuitamente. Poi una nuova chiusura, per preparare altri allestimenti, compresi gli oltre 300 gioielli strappati a un'asta dal Cairo un mese fa. Si vuole fare presto: il 2015 è l'anno su cui l'Egitto punta per riaprire le porte ai turisti stranieri e ridare fiato alla propria economia.

INCONTRO ITALIA-EGITTO

Dall'Anno dell'Egitto in Italia che sarà celebrato nel 2015 a quello dell'Italia in Egitto che si terrà nel 2016. La collaborazione nel campo della cultura tra Roma e Il Cairo ha ancora ampi spazi. A testimoniarlo l'imminente visita del ministro della Cultura egiziano Gaber Asfour che il 28 ottobre prossimo sarà a Roma dove incontrerà il ministro Dario Franceschini.

Sul tavolo, spiega l'ambasciatore d'Egitto in Italia, Amr Helmy, la preparazione di un Memorandum d'intesa tra i due Paesi e la preparazione delle iniziative relative ai prossimi due anni che vedranno coinvolta la cultura in tutte le sue declinazioni, con una serie di eventi, incontri, mostre, seminari. «Il nostro intento - sottolinea il diplomatico - è quello di presentare al pubblico italiano l'Egitto antico, ma anche quello moderno, con i suoi artisti, scrittori contemporanei e la sua società. Dalla cultura all'economia».

Il 17 novembre sempre nella capitale - rende noto Helmy – si terrà l'Italian-Egyptian Business Council. A guidare la folta delegazione di imprenditori egiziani, sarà il ministro dell'Industria e del Commercio estero, Mounir Abdel Noor. «Siamo convinti - sostiene Helmy - che per le imprese italiane ci siano grandi possibilità sia nei progetti legati alle infrastrutture, come il raddoppio del Canale di Suez (per il quale alcune aziende italiane hanno già manifestato il proprio interesse), alle energie rinnovabili e all'agroindustria».

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