Le sue non sono fotografie ma piccoli quadri puntellati di realtà. Erik Johansson, 30 anni, fotografo, artista svedese e genio di Photoshop con base a Berlino, non cattura momenti. Piuttosto rende immortali delle idee trasformando scenari quotidiani in illusioni ottiche che lo stesso Erik descrive come «idee surreali realizzate in modo realistico, con un tocco di umorismo».
Erik, nato a Gotene, in Svezia, si propone di sfidare l'occhio dello spettatore che spesso si ritrova perplesso a osservare le sue opere: la sua è un'arte che confonde, che distrugge e ricompone in una forma nuova che spesso non è immediatamente comprensibile all'occhio umano. È il caso dell'auto che guida su un ponte “capovolto” o la casa che, a seconda di come si guarda, può essere un interno o un esterno.
Per realizzare questi capolavori di illusione ottica possono servire ore, settimane o addirittura mesi: l'effetto finale deve essere quello di un'immagine scattata sul momento, anche se ogni “quadro” è spesso il frutto di centinaia di foto che si sovrappongono e si fondono.
Per realizzare Landfall, un'opera di inganno visivo in cui si rappresenta un paesaggio bucolico inquietante, sono state utilizzate 235 immagini diverse.
«Io ricevo ispirazione da tutto ciò che è intorno a me – ha dichiarato Erik - Dalle cose che vedo nella mia vita quotidiana per il lavoro di altri artisti, dalla fotografia. Ma soprattutto dall'arte e da pittori come Magritte, Dalì e Escher». Un puzzle moderno i cui componenti sono parte di una realtà mistificata.