Colore, dolore e passione: #finchévivrò. Ecco il manuale di Cappellini e Bianchi per chi tifa Fiorentina

Colore, dolore e passione: #finchévivrò. Ecco il manuale di Cappellini e Bianchi per chi tifa Fiorentina
di Carmine Castoro
4 Minuti di Lettura
Sabato 20 Settembre 2014, 05:32 - Ultimo aggiornamento: 12:37

Tifare Fiorentina la consapevolezza della possibilit dell’impresa, di quella compiuta e di quella sfiorata.

Quando, per dirla con un antico proverbio che la vulgata attribuisce addirittura a Cicerone, “ti mancano due soldi per fare una moneta”. E’ anche così che una fede trova il terreno fertile per radicarsi. E poi c’è il colore più bello e originale per una squadra di calcio. Quel viola che una favola riconduce a un lavaggio che stinge fino a confonderli i colori originari – il rosso e il bianco – della ACF Fiorentina e di Firenze».

Fra scampoli di poesia, frammenti di nostalgia, pezzetti di raffinato giornalismo e simpatici tormentoni da Gazzetta dello Sport (come la top11, la flop11 e gli striscioni più provocatori su cui domina incontrastato il genio di quel “Siete più brutti della Multipla”, scritto nel ’99 contro gli juventini), si snoda questo manuale del tifoso della Viola che è più di un amarcord, una sintesi trascendentale, un po’ calciofila un po’ filosofica, dei dolori, dei sapori e dissapori, dei piccoli e grandi atti di fede che hanno da sempre costellato quella religione cittadina che ha avuto fra i suoi sacerdoti officianti giocatori del calibro di Baggio, Batistuta, Rui Costa, Toni, De Sisti, Passarella, e oggi Pizarro, Cuadrado, Borja Valero, tutti raccolti in adorazione permanente della fulgida stella di un indimenticabile Antognoni.

Perché la Fiorentina, a onor del vero, non è mai stata un transatlantico nel mondo del calcio, una di quelle squadre inaffondabili che mietono successi, trionfi e trofei, che viaggia col vento in poppa del grande business e dei top player, che lotta per lo scudetto ogni anno, e dunque, come sostiene il libro di Bianchi e Cappellini, l’amore che suscita nei suoi supporter “non è conformista, non è pigro, non è comodo. Per questo è vero”. Proprio per questo, un suo recente pieno riscatto nei piani alti del campionato italiano di serie A, e nello scenario internazionale della Europe League, sotto la guida di un motivatissimo Montella, sembra quasi il giusto traguardo ottenuto con i patemi e i sospironi di tutti i toscani doc che hanno creduto nel suo blasone. Senza abbandonarla mai.

Insistono gli autori: «A parole, tutti o quasi i tifosi di calcio rivendicano l’unicità della loro squadra e della passione che per lei provano. Nei fatti, sono poche le tifoserie cui è dato davvero vivere un amore esclusivo, totale, accecante. I tifosi della Fiorentina sanno di avere questo privilegio, fin dal colore della maglia che amano, quel viola indossato da un’unica squadra al mondo: la loro.»

La Fiorentina ha tifosi in ogni angolo del Paese nonostante il suo palmares sia lontano da quelli dei club che vincono abitualmente e attirano gli amori distratti dei tifosi meno audaci. Il che non significa che quello per la Viola sia un culto consacrato solo da sconfitte. Al contrario, dalla fondazione nel 1926, la storia della Fiorentina è segnata da grandi successi. Come quelli del formidabile squadrone di Julinho e Montuori che vinse lo scudetto nel ’56 e perse la Coppa dei Campioni solo in finale, contro il grande Real Madrid di Gento e Di Stefano. Nel corso delle sue tante stagioni – recitano le enciclopedie multimediali - è stata per due volte campione d'Italia, nel 1955-1956 e nel 1968-1969. Ha vinto inoltre sei Coppe Italia e una Supercoppa italiana. In ambito internazionale, la Fiorentina è stata la prima squadra italiana a vincere una competizione UEFA, la Coppa delle Coppe nel 1960-1961, e una delle tredici squadre europee che hanno disputato le finali di tutte le tre principali competizioni continentali: la Coppa dei Campioni (nel 1956-1957, prima squadra italiana a raggiungere la finale nella massima competizione continentale), la Coppa delle Coppe (nel 1960-1961 e nel 1961-1962) e la Coppa UEFA (nel 1989-1990).Certo, poi ci sono le tante occasioni perdute, le sconfitte amare, le (poche) retrocessioni. Colpi che hanno scosso la comunità viola, ma non l’hanno mai dispersa, anzi, l’hanno rafforzata, sempre.

Andrea Bianchi, è nato a Roma nel 1963. Giornalista, ha lavorato per molti anni al Manifesto come notista politico e, successivamente, come caporedattore centrale. Sul finire del secolo scorso è stato tra i fondatori del Club “Penne Viola”. Attualmente è direttore del Gruppo del Partito Democratico in Senato. Dall’età di 6 anni ha il privilegio di adorare il colore viola.

Stefano Cappellini è nato a Catania nel 1974. Giornalista e autore televisivo, attualmente è caporedattore centrale del quotidiano Il Messaggero. Ha lavorato per Il Riformista, La Repubblica, Liberazione.

A.Bianchi – S.Cappellini “#finchévivrò. Il manuale di chi tifa Fiorentina” (Fandango, pagg. 91, euro 5,90)