Guido Carli è morto nel 1993, lasciando un vuoto grande. Ma ogni anno, il premio a lui intitolato è un’occasione per ricordare questa figura di uomo di Stato a cui l’Italia deve molto. E non soltanto, naturalmente, nel passaggio in cui Carli fu protagonista: quello della costruzione della moneta unica e della nuova idea di Europa, non proprio realizzata poi come a lui sarebbe piaciuto.
Nella sesta edizione di questa manifestazione a lui intitolata, animata dalla nipote Romana Liuzzo e ospitata nella Sala della Regina di Montecitorio, i premi Guido Carli sono andati agli editori Azzurra Caltagirone e Urbano Cairo; al presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi; all’ad di
Atmosfera rilassata.
I suoi due bambini sono in sala, con il padre Pier Ferdinando Casini. Così come, ad ascoltarla, in prima fila c’è il padre di Azzurra, l’editore Francesco Gaetano Caltagirone, a sua volta insignito del premio Carli in una scorsa edizione. Se lei si auto-definisce - come ricorda Barbara Palombelli nella presentazione - «una creatura digitale», ma insieme molto cartacea grazie ai cinque milioni di copie di giornali vendute dal gruppo editoriale che dirige, anche gli altri premiati hanno profili personali e professionali che sarebbero piaciuti a Carli. Nel senso che credono nel valore positivo di una vera classe dirigente che l’Italia nei suoi momenti migliori ha avuto e che ora cerca di ritrovare guardando avanti.
M.A.