Giulia Farnese, risolto il mistero delle ossa: non appartengono all'amante dei Borgia

Giulia Farnese, risolto il mistero delle ossa: non appartengono all'amante dei Borgia
di Laura Larcan
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Martedì 18 Novembre 2014, 15:31 - Ultimo aggiornamento: 22 Novembre, 22:21

Non si tratta di Giulia Farnese. A Carbognano la delusione è alta. Quasi sfiora, con eleganza e contegno, le lacrime. Si è “sognato”, col sindaco Agostino Gasbarri in prima linea, per sei giorni, ma alla fine l’occhio esperto delle antropologhe ha risolto il giallo. Le ossa rinvenute mercoledì scorso nell’ex chiesa sconsacrata dell’Immacolata, nel paesino del viterbese, non appartengono a Giulia Farnese, la leggendaria “Bella” amante concubina di papa Alessandro VI Borgia. Sono antiche, ma non sono riferibili a una donna di 50 anni, l’età che Giulia Farnese aveva quando morì nel 1524.

Tanti sono i risvolti messi in evidenza durante il sopralluogo di questa mattina sul luogo del ritrovamento (la cappella della Resurrezione) da parte dell’équipe di tecnici che si è mobilitata nelle ultime 48 ore, tra il Laboratorio di antropologia del Museo preistorico Pigorini di Roma, le Soprintendenze ai beni archeologici, ai beni architettonici del Lazio e ai Beni storico artistici del Lazio, quest’ultima responsabile del cantiere di restauro dell’ex chiesa cinquecentesca.

«Si tratta di ossa non in giacitura primaria, bensì di resti ributtati, riferibili minimo a nove individui - racconta l’archeologa Laura D’Erme - Non abbiamo riscontrato scheletri interi, ma parti di ossa di individui vari, tra cui anche infantili, quindi probabilmente facevano parte di un ossario che è stato ributtato nella nicchia della cappella della Resurrezione.

Forse c’è un individuo in giacitura primaria molto giovane di sesso maschile. Certo non di una donna cinquantenne».

Al rinvenimento delle ossa, la settimana scorsa, subito si era ipotizzato che potessero appartenere alla famosa Giulia Farnese (1474-1524) fortemente legata a questi luoghi. Non solo perché dal 1506 al 1522 ha governato il feudo di Carbognano lasciato da papa Borgia al di lei marito (fantoccio) quell'Orsino Orsini che doveva dividere il letto della sua sposa con Alessandro VI per garantire gli interessi dei Farnese. Ma nel suo testamento, Giulia la Bella riserverà un tesoretto speciale per ricostruire proprio la chiesa dell’Immacolata a Carbognano. Certo, le ultime volontà di Giulia prevedevano una sepoltura nella sua amata isola Bisentina, nel lago di Bolsena. Ma il fatto che tombe dell’epoca non ne sono mai state ritrovate, ha alimentato negli anni la tradizione popolare di un seppellimento del suo corpo a Carbognano.

«Comunque si è trattato di un’operazione importante perché la scoperta ha innescato subito una pronta collaborazione tra il Comune e una squadra di specialisti per risolvere il caso», osserva Laura D’Erme.

Ma quanto sono antiche le ossa? Il range di datazione oscilla, secondo la relazione preliminare delle antropologhe, tra il XV e il XVIII secolo. Non superano l’Ottocento, insomma, secolo che decreterà la fine della tradizione di seppellire i defunti nelle chiese. Nessun morto recente o del secolo scorso, dunque. Dato che è servito per spegnere le curiosità più acute, anche in funzione delle recenti indagini dell’Arma dei Carabinieri. Per il momento le ossa rimangono a Carbognano. Nelle prossime ore si deciderà se trasportarle comunque nei laboratori del Pigorini.

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