Garcia Marquez, la morte scuote l'America latina: «Mille anni di solitudine e tristezza»

Garcia Marquez, la morte scuote l'America latina: «Mille anni di solitudine e tristezza»
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Giovedì 17 Aprile 2014, 23:31 - Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 14:46
Addio a Gabo. L'annuncio della morte di Gabriel Garcia Marquez nella sua abitazione a Citt del Messico stato dato dai media colombiani. In pochi istanti, i media latinoamericani hanno rilanciato la notizia.



Ad Aracataca, il piccolo villaggio dove era nato 87 anni fa, sono suonate le campane per ricordare il premio Nobel della letteratura del 1982, mentre a Città del Messico, dove lo scrittore viveva dagli anni '60, cronisti e ammiratori hanno subito stretto d'assedio la sua abitazione.



Poco dopo, nel confermare la morte, il presidente della Colombia Juan Manuel Santos ha scritto su twitter: «Mille anni di solitudine e tristezza per la morte del più grande dei colombiani di tutti i tempi. Solidarietà e condoglianze a Gabo e alla famiglia».



Diversi capi di Stato latinomericani hanno già pubblicato i loro omaggi e commenti dopo la morte di Gabriel Garcia Marquez su Twitter. «Se n'è andato Gabo, avremo cent'anni di solitudine, ma ci restano le sue opere e il suo amore per la Patria Grande. Hasta la victoria siempre!», ha scritto l'ecuadoriano Rafael Correa, in un commento esplicitamente politico. Mentre il peruviano Ollanta Humala è rimasto su toni letterari: «L'America Latina e il mondo sentiranno la partenza di questo sognatore. Riposa in pace Gabriel Garcia Marquez, laggiù a Macondo».



Da parte sua, l'ex presidente cileno Sebastian Pinera ha ricordato le sue opere più famose: «Cent'anni di solitudine. L'amore ai tempi del colera. Cronaca di una morte annunciata: oltre alle sue eccentricità sono parte della sua eredità». «È morto un grande della letteratura latinoamericana. Ci lascia un'opera prolifica e che ci ispira, che continuerà ad alimentare la nostra immaginazione», ha aggiunto Pinera.



Mentre l'ex presidente colombiano Alvaro Uribe ha ricordato che «milioni di abitanti del pianeta si sono innamorati della nostra patria affascinati dai suoi libri».



La notizia è subito diventata l'apertura dei media dell'America Latina, giornali, siti web, e le tv, dall'americana Cnn alla chavista Telesur di Caracas, che hanno subito trasmesso immagini e alcune delle frasi più note dell'autore di Cent'anni di solitudine e di tanti altri romanzi di quello che in queste ore viene definito un colosso della letteratura latinoamericana.



Il Nobel colombiano viene ricordato come «uno dei maggiori scrittori del XX secolo» in Brasile, dove oltre ai suoi romanzi si sottolinea in queste ore la sua personalità, il suo costante interesse per la politica e i suoi amici, tra i quali Fidel Castro.



Gabo stava male da molto tempo. A confermare che le condizioni si salute erano «delicate» era stato appena qualche ora fa un cardiologo della clinica della capitale messicana da cui lo scrittore era stato dimesso qualche giorno fa, dopo una settimana di cure.



Il medico aveva sottolineato la sua «età, i problemi avuti ultimamente e le patologie». Per giorni si era parlato di una polmonite, poi però un giornale messicano aveva riferito di una metastasi di un cancro che lo aveva colpito dodici anni fa.



Ieri, però, il presidente Santos aveva smentito questa diagnosi, indicando che i problemi di salute erano dovuti a «una polmonite e all'eta». La sorella Aida aveva a sua volta detto alla stampa di Bogotà di essere «pronta alla volontà di Dio».