A Pompei e Venezia protesta delle guide turistiche: «Non svendeteci»

A Pompei e Venezia protesta delle guide turistiche: «Non svendeteci»
di Laura Larcan
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Sabato 28 Febbraio 2015, 16:04 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 16:52
Guide turistiche sul piede di guerra. Si daranno appuntamento da tutta Italia domani mattina. Alle ore 11 all'ingresso degli Scavi archeologici di Pompei, e a Venezia dalle 11,30, con un presidio presso la

Punta della Dogana ed un corteo di barche sul Canal Grande. Una mobilitazione per protestare contro le ultime scelte del governo. In una giornata significativa come la prima domenica del mese, quando il Ministero per i Beni culturali celebra l'ingresso gratuito nei musei e siti statali. Ma non sarà certo una festa per i "ciceroni" italiani. Perché manifesteranno il proprio "inverno dello scontento". Obiettivo, la tutela della propria professione, messa in crisi, a loro dire, dalla "liberalizzazione della professione" sancita dal decreto ministeriale del 29 gennaio. In una nota ufficiale viene spiegato che «l'Italia si svende e dequalifica, così facendo, tutto il patrimonio artistico». Il nodo della questione è che «Le guide provenienti da altri Stati membri della Comunità europea, non sottoposte a nessun tipo di verifica delle conoscenze, non potranno che esercitare la professione in maniera superficiale e approssimativa e lasceranno a casa, chi invece vive, lavora e ama i tesori artistici italiani come i nostri professionisti, creando altri disoccupati». L'altera faccia della deregulation, insomma.



Le guide turistiche contestano un decreto ministeriale del 29 gennaio scorso con il quale il Mibact impone alle guide turistiche già abilitate in Italia un ulteriore esame per esercitare nei siti (Musei e monumenti storici) per i quali è necessaria una specifica abilitazione.«Ciò significa - spiegano - che le guide, che già sono state sottoposte a verifica per il proprio territorio di competenza, dovranno essere di nuovo esaminate per i siti archeologici e museali in cui già esercitano e per cui è comprovata la conoscenza».



Questione non da poco, perché si parla di «titoli e percorsi formali e informali (dei semplici corsi con rilascio di attestati) che faciliteranno le guide provenienti da altri Paesi della Comunità europea e i Tour operator che le assumono per esercitare la professione di guida qui in Italia». Le guide turistiche dicono «basta perché chi deve difendere i nostri diritti e gli introiti dell'Italia sta svendendo la nostra professione e il nostro patrimonio culturale». E dicono «no» a un nuovo esame, per le guide abilitate in Italia.
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