"The Interview", hacker minacciano attentato: Sony cancella la prima. Casa Bianca: dietro l'attacco la Corea del nord

"The Interview", hacker minacciano attentato: Sony cancella la prima. Casa Bianca: dietro l'attacco la Corea del nord
di Anna Guaita
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Mercoledì 17 Dicembre 2014, 22:30 - Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre, 17:55
NEW YORK – La Casa Bianca ha accertato che dietro l’attacco di pirateria elettronica contro la multinazionale dello spettacolo Sony c’è la mano del regime dittatoriale della Corea del nord.



Lo hanno rivelato membri dell’intelligence ai principali media americani. Ma l’Amministrazione Obama non ha ancora deciso se accusare pubblicamente il regime: il Giappone avrebbe fatto pressioni su Washington perché venga evitato uno scontro pubblico con Kim Jong-un. Tokyo teme che l’imprevedibile giovane dittatore possa bloccare le delicate trattative che dovrebbero riportare in patria alcuni cittadini giapponesi rapiti dal regime.



La rivelazione sulle origini della pirateria contro la Sony sono arrivate proprio mentre la società annunciava la cancellazione dell’uscita del film “The Interview”, previsto nelle sale cinematografiche il giorno di Natale. Il film, con Seth Rogen e James Franco, narra come due giornalisti americani vengano assolti dalla Cia per uccidere il dittatore nord-coreano. “The Interview” è in realtà una storia comica, ma osa quello che mai era stato fatto al cinema, e cioé immaginare l’omicidio di un capo di Stato realmente vivente, in carne ed ossa.



La decisione della Sony di rinunciare al lancio del film è venuta dopo che gli stessi pirati elettronici colpevoli dell’incursione elettronica avevano lanciato raggelanti minacce terroristiche contro i cinema che intendevano proiettere il film. Migliaia di sale cinematografiche negli Stati Uniti erano state investite da un terrificante avvertimento, “Ricordatevi dell’Undici Settembre”, e una dopo l’altra avevano abolito la programmazione del film. Davanti all’onda di cancellazioni, la Sony stessa ha gettato la spugna.



I pirati del sito si sono presentati sotto il nome di ”Guardiani della Pace”. Dal mese di novembre vanno mettendo in circolo informazioni private della multinazionale, dei suoi dipendenti, dei suoi manager, delle sue star. L’attacco informatico, di cui che questo giornale ha già riferito varie volte, ha portato alla luce non solo dati finanziari dell’azienda, fatti personali delle star, informazioni mediche e tributarie del personale, ma anche le lettere private dei dirigenti, alcune delle quali contenenti frasi offensive sugli stessi attori che lavorano per la casa cinematografica.



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L’Fbi aveva distaccato una squadra specializzata per identificare i colpevoli dell’incursione. Sin dall’inizio c’erano forti sospetti che fosse stata pilotata dal regime della Corea del nord. Per quanto si tratti di un Paese poverissimo, la dittatura di Kim Jong-un vanta infatti un sofisticato apparato tecnologico ed è in grado di operare un simile complesso progetto di pirateria.





I Guardians hanno messo in rete le informazioni private, ma i media ufficiali ne hanno ripreso solo una parte: la Sony infatti ha subito ammonito di non pescare nel bottino degli hacker, sostenendo che si tratterebbe di complicità nell’attacco di pirateria elettronica. Indifferenti, i Guardians promettono "un bel regalo di Natale". Sostengono di essere riusciti a rubare alla Sony molto più di quello che si è scoperto finora, e hanno promesso informazioni più succulente non ancora divulgate. Hanno persino ideato o un’iniziativa, chiedendo direttamente al pubblico di mandare dei feedback per sapere cosa vorrebbero venisse reso pubblico tra i segreti della Sony.





Ma accanto a questo bottino, i Guardians hanno anche lanciato un’aperta minaccia terroristica. In un inglese zoppicante, che sembra tradotto da una lingua straniera, i pirati hanno ammonito non solo chi avrebbe osato andare al cinema, ma anche chi vive nelle vicinanze delle sale cinematografiche che programmavano la pellicola. Davanti al rischio di vedersi bombardate, due grandi catene hanno annunciato di aver cancellato la prima, che era prevista per il giorno di Natale. La Sony ha prima deciso di concedere alle sale di ritirarsi dall’accordo di programmazione. Ma poi ha annunciato che avrebbe rinunciato a distribuire la pellicola. The Interview passerà direttamente on-demand alla tv, o su dvd. Ma non era mai successo prima che la proiezione di un film venisse cancellata. Neanche quando ci furono minacce contro “Zero Dark Thirty”, il film del 2012 sull’uccisione di Osama Bin Laden.