Messi, in un documentario un mito del calcio e lo sguardo degli altri

Messi, in un documentario un mito del calcio e lo sguardo degli altri
di Fabio Ferzetti
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Giovedì 28 Agosto 2014, 13:16 - Ultimo aggiornamento: 13:31
Tutto quello che volevate sapere su Lionel Messi, e se siete veri appassionati forse in parte sapevate gi, in un film dedicato al pi grande mito del calcio contemporaneo Il titolo è semplicissimo: Messi(Giornate degli Autori). Il film lo è molto meno, perché anche se lo spagnolo Alex de la Iglesia non si sente obbligato a reinventare il genere (come fecero qualche anno fa con Zidane i videoartisti Douglas Gordon e Philippe Parreno) la parabola del grande calciatore argentino è un luminoso enigma su cui si esercita una massa di commentatori scelti nei più diversi campi attraversati dal geniale goleador e riuniti intorno a una serie di tavole imbandite.



Come insegnano Barthes e Lévi-Strauss, infatti, i miti non si svelano, si commentano, e ogni commento non fa che accrescere il mito. Dunque ci sono le sue ex insegnanti e gli amici e compagni d’infanzia. Ci sono giornalisti, esperti, allenatori ed ex allenatori dell’Argentina o del Barça. C’è perfino il dottore che somministrò l’ormone della crescita al piccolo italoargentino cresciuto nei quartieri più miserabili di Rosario. E naturalmente testimoni e compagni di strada di assoluta autorevolezza come l’ex-coach César Luis Menotti, cui si devono le formule più suggestive («Maradona era Maradona solo ogni tanto. Messi è Maradona in ogni momento». Ma oggi forse ritratterebbe). E poi Johan Cruyff, Jorge Valdano (anche sceneggiatore), Andres Iniesta, Gerard Piqué, Javier Mascherano, José Manuel Pinto, più brevemente Fabio Capello, unico italiano del film.



Quanto a Messi, appare solo in immagini di repertorio: azioni e gol prodigiosi, ripetuti e rallentati per studiarne la tecnica (moltissimi tocchi veloci), ma anche filmini della sua infanzia a cui si aggiunge una cospicua parte di fiction, recitata da attori e dal tono sfacciatamente agiografico, in cui il futuro campione appare in diverse età accanto ai genitori e alla famosa nonna che tanto fece per sviluppare il suo precocissimo talento e spingerlo a diventare una leggenda del football. Tanto che ancor oggi, quando alza gli indici al cielo dopo il gol, Messi lo fa per rendere omaggio all’amata “abuela”.

«Messi non avrebbe potuto essere altro che argentino. È stato un interprete della nostra storia». Ma soprattutto: «È l’argentino che vorremmo essere, che studia, viaggia, conosce il mondo. Maradona è l’argentino che siamo».
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