E' di nuovo guerra tra i fratelli Muccino.
Registi e protagonisti, naturalmente, Gabriele e Silvio, fratelli "contro" del cinema italiano, nonché primi attori di una vicenda (reale) fatta di silenzi e rancori privati dati in pasto ai social network.
L’ultimo capitolo della loro storia di contrasti e incomprensioni è andato in scena via Twitter proprio in questi giorni: a disseppellire l’ascia di guerra il quarantasettenne Gabriele, che non è riuscito a contenere il suo dispiacere per i pessimi rapporti con l’illustre familiare, con cui il dialogo si è interrotto, suo malgrado, nel 2007.
«Fa un film su chi manipola le coscienze! E chi meglio di lui, manipolato da 10 anni, conosce il tema che racconta!», ha “cinguettato” il regista riferendosi a “Le leggi del desiderio”, prossima pellicola di Silvio.
A “plagiare” il minore dei Muccino sarebbe stata Carla Vangelista, sua amica e partner professionale, che a giugno del 2013, dopo essere stata accusata di manovrare Silvio e definita una «scrittrice senza talento» da Gabriele, decise di querelare il regista de “L’ultimo bacio”.
Allora su Facebook la risposta dell’attore di “Come te nessuno mai” e “Il mio miglior nemico” non si fece attendere: «A spingermi sono le parole, basse e infamanti, secondo le quali sarei stato “plagiato” e “sequestrato”: io, un uomo di 31 anni, e da chi? da Carla Vangelista, un’amica, una scrittrice che collabora con me da anni, ingiustamente offesa dalle deliranti accuse di Gabriele. Non riesco a leggere niente di costruttivo nel cuore di quelle dichiarazioni. Non vedo l’artista, che mai mi sarei aspettato cadere così in basso, al punto da trascinarmi per anni nel fango del pettegolezzo più bieco, e non vedo neppure il fratello perché Gabriele conosce benissimo i motivi del mio allontanamento». A un anno di distanza da quella dura presa di posizione, questa volta invece Silvio ha scelto la via del silenzio. Almeno per ora e fino alla prossima replica.