Cannes, esiste il male a fin di bene? Il delitto perfetto secondo Woody Allen

Cannes, esiste il male a fin di bene? Il delitto perfetto secondo Woody Allen
di Fabio Ferzetti
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Venerdì 15 Maggio 2015, 20:05 - Ultimo aggiornamento: 16 Maggio, 11:09
Un giallo filosofico firmato Woody Allen. Il regista di Match Point e Crimini e misfatti non è nuovo alle riflessioni sul crimine, ma in Irrational Man (fuori concorso) prova a spingersi ancora un po’ più in là. Si può fare il male per impedire un altro male? Traduzione: fino a che punto possiamo spingerci per impedire a qualcuno di compiere un’azione che avrà conseguenze sicuramente negative sulle vite di persone innocenti?





È il problema su cui si arrovella, prima teoricamente, poi in modo più concreto, un brillante e corteggiatissimo professore di filosofia (Joaquin Phoenix) appena insediato in un campus di provincia. Che vede nel passaggio all’azione anche una possibile cura al suo personalissimo male di vivere... Basso costo, mano ferma, regia discreta ma efficacissima, cast di lusso e come sempre al diapason (le due donne che si contendono le attenzioni dello svogliato professore sono l’allieva Emma Stone e la collega Parker Posey).



Il classico film “minore”, che alterna i più diversi toni senza imboccarne con decisione nessuno. Allen ha fatto di meglio, ma non si può chiedere un capolavoro all’anno a un autore che lavora ai suoi ritmi.
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