Festival Venezia, il regista di True detective fallisce il film sull'orrore dei bambini soldato

Festival Venezia, il regista di True detective fallisce il film sull'orrore dei bambini soldato
di Fabio Ferzetti
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Giovedì 3 Settembre 2015, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 10 Settembre, 20:46
dal nostro inviato

VENEZIA - Pensavamo che l'ultimo tabù fosse la violenza sui bambini, un ricatto emotivo troppo forte a cui il cinema ricorre solo in casi estremi o attraverso ellissi e allusioni. Sbagliato. L'ultimo gradino dell'abiezione oggi è il bambino assassino. La violenza che si impadronisce dell'innocenza e la distrugge. L'immagine del male allo stato puro. Come ben sanno i terroristi dell'Isis, che ne approfittano per la loro propaganda.



Ma perché lasciare un tema così dirompente in mano a chi ne fa l'uso peggiore? Forte del suo successo personale, e di statistiche secondo cui oggi al mondo ci sono tra 250.000 e 500.000 bambini soldato, il regista della prima serie di True Detective, Cary Fukunaga, ha ripreso un suo vecchio progetto e ne ha fatto un film che rischia di essere la vera bomba mediatica della Mostra: Beasts of No Nation, in concorso. Il protagonista, il piccolo Agu (Abraham Attah), vive in un villaggio di un imprecisato paese africano messo a ferro e fuoco dalle truppe governative per schiacciare una rivolta contro il regime corrotto. La famiglia si disperde e Agu, solo e terrorizzato, viene iniziato alla vita militare dal capo di un gruppo di ribelli... difficile immaginare tema più scottante. L'ideale per Netflix, che con Beasts esordisce al cinema. Ma sarà cinema o marketing?