"La nostra terra": come combattere
la mafia coltivando pomodori

"La nostra terra": come combattere la mafia coltivando pomodori
di Gloria Satta
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Giovedì 11 Settembre 2014, 14:32 - Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 17:19
Combattere la mafia piantando pomodori: il tema del nuovo film di Giulio Manfredonia “La nostra terra”, che sar nelle sale il 18 settembre con 01. Interpretato da Stefano Accorsi, Sergio Rubini, Maria Rosaria Russo, Iaia Forte, Nicola Rignanese, Tommaso Ragno, ambientato nel profondo Sud, il film racconta in chiave di commedia le vicende di una strampalata, irresistibile cooperativa agricola che decide di impiantare coltivazioni biologiche su un podere confiscato alla mafia. Tra difficoltà e sabotaggio, colpi di scena e sentimenti, il gruppo porterà avanti la sua iniziativa.



Il regista. “Il film, ispirato all’operato all’opera dell’Associazione Libera di Don Ciotti, sintetizza diverse storie vere”, spiega Manfredonia, “vuole essere una testimonianza, intende affrontare il tema dell’antimafia e del volontariato in una chiave diversa. La mafia è un concetto più esteso della criminalità, è una mentalità che va combattuta”. Il film non è stato sottoposto a nessun festival: “Abbiamo preferito portarlo subito in sala, perché sia il pubblico a giudicarloi”, spiega il produttore Lionello Cerri.



Gli attori. Al centro della storia è la contrapposizione fra i due protagonisti: Sergio Rubini, che fa il fattore del boss, e Stefano Accorsi, rappresentante dell’antimafia calato dal Nord. Scontro di caratteri, di culture, di ideali. “Mio nonno faceva il contadino e non mi è stato difficile interpretare il mio personaggio”, spiega Rubini. E Accorsi: “Amo molto la terra, ma non l’avevo mai vista da vicino”. Tommaso Aragno è un boss molto lontano dagli stereotipi: colto ed elegante, “rappresenta il fascino del Male”.



L'intervista integrale sarà pubblicata sul Messaggero in edicola venerdì 12 settembre.
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