Veneto: 51 seggi.
Qui il candidato più votato prende un premio di maggioranza variabile. In sintesi le liste collegate al nuovo presidente ottengono il 60% dei seggi se il candidato ottiene più del 50% dei voti ma il premio scende al 55% con un consenso del 40% per il candidato. Le liste che prendono meno del 5% in teoria non hanno diritti a seggi ma lo sbarramento salta se un gruppo di liste supera il 3%. E’ possibile il voto disgiunto, quindi si può votare il candidato e una lista a lui non collegata.
Liguria: 30 seggi.
Questa Regione ha mantenuto la legge elettorale che fino a pochi anni fa valeva per tutte le Regioni. In sostanza 24 seggi (l’80%) saranno distribuiti proporzionalmente e i restanti 6 saranno eletti assieme al nuovo presidente. E’ possibile il voto disgiunto fra candidato e un partito aderente ad un’altra coalizione.
Toscana: 40 seggi
Il Toscanellum - caso unico - prevede il ballottaggio. Ma si tratta di un caso di scuola perché la seconda votazione scatterebbe solo se entrambi i principali candidati non raggiungessero il 40% dei voti. Una soglia clamorosamente bassa per il candidato di centrosinistra che qui viene eletto da sempre con percentuali fra il 50 e il 60%. Il resto del meccanismo funziona così: le liste collegate al candidato vincente godono di un premio di maggioranza che può arrivare al massimo al 65% dei seggi. Poi ci sono sbarramenti alti per le coalizioni e del 5% per chi non è in coalizione. Possibile il voto disgiunto.
Umbria: 21 seggi.
Una delle più piccole Regioni italiane ha varato una legge elettorale semplice: è sostanzialmente proporzionale ma le minoranze non possono avere meno di 7 consiglieri. E’ importante ricordare che qui è vietato il voto disgiunto. Quindi chi vuole votare un candidato presidente o vota solo per lui oppure per lui e una lista collegata. Altri segni sulla scheda ne comportano l’annullamento.
Marche: 31 seggi.
Anche qui regole semplici. Alla coalizione vincente vanno 18 seggi (più presidente) se ha raggiunto il 40%; 17 se ha superato il 37%; 16 se ha avuto un consenso superiore al 34%. Sbarramento al 5% derogabile in alcuni caso. Anche qui non è possibile il voto disgiunto fra candidati e liste non collegate a lui.
Campania: 51 seggi.
Anche qui il sistema elettorale prevede un premio di maggioranza che assicura alle liste collegate al Presidente eletto fra il 60 e il 65% dei seggi. Almeno un terzo dei candidati devono essere donne. Possibile il voto disgiunto.
Puglia: 51 seggi.
Qui il premio di maggioranza funziona così. Alla coalizione vincente vanno 29 consiglieri (più il presidente) col 40% dei voti; 28 se la percentuale è fra il 35 e il 40% e 27 se il consenso è sotto il 35%. Ci sono due sbarramenti dell’8% (coalizioni) e liste (4%). Nelle liste le donne devono coprire almeno il 40% delle candidature. Possibile il voto disgiunto.