Regionali, i sistemi di voto

Regionali, i sistemi di voto
di Diodato Pirone
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Venerdì 22 Maggio 2015, 15:14 - Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 16:39
Gli italiani in fatto di leggi elettorali non si fanno mancare nulla. Ma proprio nulla. E così le sette Regioni che andranno a votare il 31 maggio hanno sette diverse leggi elettorali. La cosa, comprensibilmente, mette di cattivo umore anche l’elettore più volenteroso al quale però, assieme ad una doppia aspirina, potrebbe essere utile questa mini-guida.



Veneto: 51 seggi.

Qui il candidato più votato prende un premio di maggioranza variabile. In sintesi le liste collegate al nuovo presidente ottengono il 60% dei seggi se il candidato ottiene più del 50% dei voti ma il premio scende al 55% con un consenso del 40% per il candidato. Le liste che prendono meno del 5% in teoria non hanno diritti a seggi ma lo sbarramento salta se un gruppo di liste supera il 3%. E’ possibile il voto disgiunto, quindi si può votare il candidato e una lista a lui non collegata.



Liguria: 30 seggi.

Questa Regione ha mantenuto la legge elettorale che fino a pochi anni fa valeva per tutte le Regioni. In sostanza 24 seggi (l’80%) saranno distribuiti proporzionalmente e i restanti 6 saranno eletti assieme al nuovo presidente. E’ possibile il voto disgiunto fra candidato e un partito aderente ad un’altra coalizione.



Toscana: 40 seggi

Il Toscanellum - caso unico - prevede il ballottaggio. Ma si tratta di un caso di scuola perché la seconda votazione scatterebbe solo se entrambi i principali candidati non raggiungessero il 40% dei voti. Una soglia clamorosamente bassa per il candidato di centrosinistra che qui viene eletto da sempre con percentuali fra il 50 e il 60%. Il resto del meccanismo funziona così: le liste collegate al candidato vincente godono di un premio di maggioranza che può arrivare al massimo al 65% dei seggi. Poi ci sono sbarramenti alti per le coalizioni e del 5% per chi non è in coalizione. Possibile il voto disgiunto.



Umbria: 21 seggi.

Una delle più piccole Regioni italiane ha varato una legge elettorale semplice: è sostanzialmente proporzionale ma le minoranze non possono avere meno di 7 consiglieri. E’ importante ricordare che qui è vietato il voto disgiunto. Quindi chi vuole votare un candidato presidente o vota solo per lui oppure per lui e una lista collegata. Altri segni sulla scheda ne comportano l’annullamento.



Marche: 31 seggi.

Anche qui regole semplici. Alla coalizione vincente vanno 18 seggi (più presidente) se ha raggiunto il 40%; 17 se ha superato il 37%; 16 se ha avuto un consenso superiore al 34%. Sbarramento al 5% derogabile in alcuni caso. Anche qui non è possibile il voto disgiunto fra candidati e liste non collegate a lui.



Campania: 51 seggi.

Anche qui il sistema elettorale prevede un premio di maggioranza che assicura alle liste collegate al Presidente eletto fra il 60 e il 65% dei seggi. Almeno un terzo dei candidati devono essere donne. Possibile il voto disgiunto.



Puglia: 51 seggi.

Qui il premio di maggioranza funziona così. Alla coalizione vincente vanno 29 consiglieri (più il presidente) col 40% dei voti; 28 se la percentuale è fra il 35 e il 40% e 27 se il consenso è sotto il 35%. Ci sono due sbarramenti dell’8% (coalizioni) e liste (4%). Nelle liste le donne devono coprire almeno il 40% delle candidature. Possibile il voto disgiunto.