Berlusconi, rush finale: «Anche con 4 regioni su 3 Renzi va a casa»

Berlusconi, rush finale: «Anche con 4 regioni su 3 Renzi va a casa»
2 Minuti di Lettura
Venerdì 29 Maggio 2015, 21:18 - Ultimo aggiornamento: 21:19
Nel rush finale della campagna elettorale Silvio Berlusconi ne approfitta per insistere sulla rimonta del centrodestra e sulle «conseguenze politiche» che arriverebbero dall'affermazione degli azzurri in almeno tre regioni.

Un avviso di sfratto che l'ex premier invia a Matteo Renzi: «Con in risultato pari 4 a 3, il premier farà la fine di D'Alema», è la convinzione dell'ex capo del governo che ricorda quando nel 2000 l'allora presidente del Consiglio lasciò palazzo Chigi dopo la sconfitta alle amministrative. Nei confronti di Renzi il leader azzurro continua a tenere alta la tensione.



A sentire il Cavaliere infatti non sembrano esserci (per ora) spiragli per riallacciare un dialogo con il leader Dem: «Mi aveva illuso, è forse il migliore comunicatore degli ultimi anni , ma ha fatto cose incredibili, da segretario del Pd si è autocatapultato a palazzo Chigi». «Renzi - attacca ancora il Cavaliere - ha detto che io sono un biglietto scaduto? A me il biglietto lo hanno dato gli elettori a lui no». Toni duri insomma, che Berlusconi però riserva anche per un altro Matteo. È infatti il leader della Lega Nord a finire nel mirino del Cavaliere che lo accusa : «con i suoi toni esasperati peggiora la situazione» per quanto riguarda l'emergenza immigrazione.



Parole che non sono piaciute al diretto interessato, che si affretta a replicare invitando Berlusconi a «farsi un giro dove governa la Lega per vedere come si risolvono i problemi». Il botta e risposta tra i due è solo un assaggio del terremoto che rischia di manifestarsi nel centrodestra all'indomani del voto. Se venissero confermati i sondaggi che vedono la Lega superare Forza Italia, la prima mossa del leader del Carroccio sarà quella di rivendicare la golden share di tutto il centrodestra. Uno scenario che l'ex premier non è disposto a prendere in considerazione convinto che i leghisti non avranno mai i numeri per diventare maggioranza di governo. Anzi, l'invito che il Cavaliere continua a rivolgere a tutti gli ex alleati, Salvini in primis, è quello di «mettere da parte le aspirazioni personali» e lavorare alla costruzione di un nuovo movimento «la casa dei moderati».



Un nuovo soggetto politico (anche se per Berlusconi deve avere «poco di politica») in cui l'ex premier avrebbe il ruolo di padre nobile: «Il nuovo leader dei moderati non si chiamerà Silvio Berlusconi», profetizza il Cavaliere che apre all'ipotesi che possa essere una donna a guidare il centrodestra: «Sarebbe un segno di straordinaria modernità, novità e speranza per il nostro Paese. Ma saranno i cittadini a scegliere». Nell'ultimo giorno di campagna elettorale, però, l'ex premier non manca di dedicare spazio anche al 'capitolo giustizià ed in particolare al processo Ruby all'indomani delle motivazioni rese note dalla corte di Cassazione: «È stato fatto un processo per screditami e ci sono riusciti - accusa l'ex premier - per fortuna ci sono nella magistratura anche giudici imparziali, come quelli della Cassazione, che mi hanno assolto».
© RIPRODUZIONE RISERVATA