Musica, dimmi che playlist ascolti e ti dirò chi sei: secondo una ricerca le canzoni preferite svelano la personalità

Musica, dimmi che playlist ascolti e ti dirò chi sei: secondo una ricerca le canzoni preferite svelano la personalità
di Giulia Aubry
2 Minuti di Lettura
Giovedì 23 Luglio 2015, 14:31 - Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 21:47
Dimmi che playlist ascolti e di dirò chi sei. Da sempre i gusti rispecchiano le caratteristiche e le personalità delle persone. E le preferenze musicali rientrano sicuramente in tale ambito.

Il rock, il genere melodico, il punk o la salsa identificano immediatamente gruppi che condividono un linguaggio, un modo di porsi o di vestirsi, a volte persino degli atteggiamenti.



Adesso però esiste uno studio scientifico che associa la musica alla personalità di ogni singolo individuo e lo fa partendo suddividendo gli ascoltatori tra “empatici” (coloro sono sensibili alle emozioni) e “sistemici” (coloro che preferiscono regole e schemi comportamentali precisi).



A sostenerlo è uno studio di alcuni ricercatori statunitensi pubblicato sul sito del PLOS ONE, la prima rivista multidisciplinare Open Access al mondo. L’articolo – dall’inequivocabile titolo “Musical Preferences are Linked to Cognitive Styles”, le preferenze musicali sono legate agli stili cognitivi – vuole evidenziare come la musica sia uno specchio in cui vediamo noi stessi, per usare le parole di uno dei coautori, Jason Rentfrow. La musica è l’espressione di come noi siamo davvero, dal punto di vista emotivo, sociale e cognitivo.



Per riassumere in maniera popolare quanto contenuto nello studio, che ha interessato un campione di 4.000 persone attraverso l’app myPersonality di Facebook, gli empatici preferiscono musiche suadenti e semplici come il genere latino americano, il Rythm and Blues e il country. Mentre i sistemici si orientano verso l’heavy metal, il jazz e il punk. Alla semplice domanda “qual è la tua canzone preferita?” rispetto a un elenco che includeva i Beatles, i Pink Floyd, Prince, i Led Zeppelin , i Radiohead, i Police, Kenny G, i Beastie Boys, Paul Simon e decine di altri artisti di fama internazionale gli “empatici” si sono rivolti ai classici soft come Hallelujah di Jeff Buckley o All of Me di Billie Holliday, mentre i “sistemici” hanno scelto pezzi decisamente più complessi ed energici da God Save the Queen dei Sex Pistols al Concerto in C di Antonio Vivaldi.



Una delle playlist più famose di sempre, quella pubblicata dal Presidente degli Stati Uniti su Spotify in occasione dell’inaugurazione del suo secondo mandato alla Casa Bianca nel 2013 – “Official Inauguration Playlist” – comprendeva Stevie Wonder con Signed, Sealed, Delivered (I’m Yours), ma anche classici come Smokey Robinson con Get Ready e James Taylor con Your Smiling Face insieme all’animo più giovanilistico e “gleeky” (probabile influenza delle giovani figlie) di Lady Gaga con Edge of Glory e Katy Perry con Firework. Un animo decisamente empatico e sentimentale. Chissà cosa succederebbe sbirciando nelle playlist su Imusic o Spotify di qualcuno dei nostri politici. Intanto, nella vita di tutti i giorni, potete già utilmente applicare i risultati di questo studio.



Se temete che il vostro partner sia troppo normativo o complicato, buttate un occhio alla sua playlist e se ascolta i Black Sabbath datevi alla fuga. Meglio uno semplice (e forse un po' più melodicamente "noioso") che preferisce Eros Ramazzotti.