Quei lupi feriti rinascono al Bioparco: doloranti e abbandonati, sono sopravvissuti per miracolo

Quei lupi feriti rinascono al Bioparco: doloranti e abbandonati, sono sopravvissuti per miracolo
di Maria Lombardi
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Domenica 19 Gennaio 2014, 12:08 - Ultimo aggiornamento: 22 Gennaio, 11:43
Si sono scrutati timorosi per giorni e giorni, attraverso una grata, poi si sono annusati a lungo diffidenti, vicini per qualche minuto e di nuovo lontani, nascosti tra le pietre.

Scialla e Pasqualino adesso sono una coppia, condividono un grande spazio, una selva tutta loro, e i passi incerti sulle zampe segnate dalle cicatrici, insieme sostengono gli sguardi curiosi e mostrano le ferite. I primi due lupi italiani ospitati al Bioparco ora se ne stanno placidi l’uno accanto all’altro, di nuovo in branco. Non era scontato. Salvi per miracolo, tutti e due hanno conosciuto quanto male possono fare gli uomini, sono stati curati e adesso vivono nel recinto di un’area di 1.600 metri quadrati e vanno d’accordissimo.



LE FERITE

Liberi non possono più tornare, morirebbero subito. «Hanno familiarizzato con l’uomo e non lo vedono più come un pericolo, potrebbero avvicinarsi ai bracconieri rischiando di restare uccisi. I lupi si salvano finché restano lontani dall’uomo», spiega il presidente della fondazione Bioparco, Federico Coccìa. «Pasqualino e Scialla hanno subito danni fisici, hanno profonde cicatrici sulle zampe e zoppicano per i traumi subiti».



Scialla ha tre anni, l’hanno trovata con un laccio legato alla zampa, era finita in una trappola per cinghiali ed è stata ricoverata al centro di recupero fauna selvatica de Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Pasqualino, più scuro e più grande - 11 anni - è stato investito da una macchina in Toscana. Ferito e avvelenato, è stato soccorso e trasferito nella riserva del corpo forestale dello Stato di Popoli (Pescara). Insieme sono “rinati” al Bioparco. «Era urgente per i due animali trovare un luogo idoneo dove potessero vivere in compagnia, è stato individuato nel Bioparco. C’è voluto molto tempo per il recupero fisico e psicologico», racconta Coccìa, medico veterinario. I guardiani del reparto carnivori (sono stati loro a scegliere i nomi del lupi) hanno fatto da terapeuti. Conoscono bene quella specie e sanno come avvicinarla: i primi giorni lasciavano il cibo e si allontanavano, un po’ come faceva Kevin Costner nel film “Balla coi lupi”, poi pian piano hanno superato la diffidenza, c’è voluto tanto. «È un grande orgoglio per me vedere di nuovo correre due animali azzoppati destinati a morte sicura - aggiunge il presidente - questo salvataggio ha dato un senso nuovo a questa struttura». Pasqualino e Scialla adesso vivono nella selva dei lupi, vicino alla grande voliera, non si nascondono più sotto le pietre e soprattutto sono una famiglia.



LE TIGRI

Missione compiuta, adesso si guarda avanti. Alle tigri, innanzitutto. «Stiamo cercando di reperire soldi tramite sponsor e mostre per poter allargare l’exhibit dove vivono le due tigri - continua il presidente del Bioparco - servono 250mila euro, abbiamo anche aperto un conto dedicato a questo intervento». Entro la primavera Petronilla, Martina e Zoe, le tre femmine di orango del Bioparco, avranno una nuova casa che si sviluppa in altezza.



E dopo il grande successo, resterà aperta fino al 31 luglio del 2014 l’area Farfalle, la serra di 80 metri quadrati in cui si può passeggiare tra le ali coloratissime. Continueranno inoltre gli incontri ravvicinati con gli animali. «Ritengo sia fondamentale dare l’opportunità ai bambini di conoscere da vicino gli animali, di avere un contatto diretto con loro, scoprire odori mai sentiti», conclude Coccìa. Poi c’è la novità di Pasqualino e Scialla.
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