“Eenmaal” - che in italiano si potrebbe tradurre con l’espressione “una volta” , è un progetto sperimentale olandese nato ad Amsterdam nel luglio del 2013. A svilupparlo sono state due agenzie di design cittadine, che hanno deciso di osare l’inosabile: realizzare uno spazio minimalista, che evitasse ogni tipo di distrazione, dotato esclusivamente di tavoli monoposto. La prova, però, ha funzionato e ora del locale - che tra l’altro è a carattere pop-up, quindi a tempo determinato, e perciò in quel di Amsterdam ha chiuso i battenti dopo qualche giorno - parlano in tutto il pianeta.
“Il lancio di “Eenmaal ha prodotto più di quanto noi ci saremmo aspettati: una conversazione globale sull’atto di mangiare in solitudine - ha affermato Marina Van Goor, vera e propria “anima” dell’esperimento -. Un cliente ha riassunto bene la nostra filosofia con questo commento: “Questo ristorante trasforma una situazione spiacevole in piacevole”. Cenare da soli, del resto, può essere un’esperienza utile nel nostro mondo iperconnesso perché ci spinge a disconnetterci per un po’”.
Ed è proprio così. Per gli avventori di “Eeenmaal”, infatti, il programma allestito dai gestori del ristorante prevede una interazione umana e tecnologica davvero minima: se si eccettua il momento dell’aperitivo, che viene servito in un’area comune in cui tutti possano sostare, i clienti sono invitati a stare ciascuno al proprio posto, dove, dopo aver consegnato i cellulari all’entrata, possono gustare le tre portate della loro cena e, tra un piatto e l’altro, leggere un libro o una rivista.
Acquistata notorietà,“Eenmaal” ha conquistato anche un'altra importante capitale europea: lo scorso gennaio, infatti, il ristorante è sbarcato a Londra. Sempre con l'avviso che ne indica la rapida scadenza. Van Goor, però, oltre che ad approdare a New York, adesso sta pensando di mettere in piedi nella metropoli inglese una versione permanente della sua ormai celebre creatura. Tentar, come si dice, non nuoce.