CJ, 12 anni, sfida Facebook: «Io bannato per le critiche a Obama». Ma il social rivela un'altra verità

CJ, 12 anni, sfida Facebook: «Io bannato per le critiche a Obama». Ma il social rivela un'altra verità
di Federico Macagnone
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Mercoledì 4 Marzo 2015, 15:33 - Ultimo aggiornamento: 17:04
Sono bastate meno di 48 ore a CJ Pearson, 12 anni, per diventare una piccola celebrità su internet: il suo video, postato sui social, in cui si schierava con Rudy Giuliani sferrando un attacco al presidente Obama, aveva ottenuto oltre un milione e mezzo di visualizzazioni su Youtube.

Ma questo piccolo repubblicano della Georgia (dice di sostenere il partito dall'età di 8 anni) ha capito in fretta il prezzo della fama: le immagini postate su Facebook gli sono costate la chiusura dell'account.



Niente a che vedere con la libertà di parola alla quale CJ si è appellato. Il colosso dei social ha spiegato, senza troppi giri di parole, la sua decisione: il ragazzino aveva mentito sull'età in quanto è necessario aver compiuto 13 anni per aprire un profilo su Facebook.



La scorsa settimana Giuliani, durante una cena per raccogliere fondi per il governatore del Wisconsin Scott Walker, aveva attaccato Obama additandolo come un presidente che non ama l'America. Il suo commento aveva sollevato un'ondata di critiche ma aveva trovato il sostegno del piccolo CJ che, davanti a una telecamera, aveva motivato le ragioni che lo portavano a essere favorevole ai commenti del politico in pensione che, dopo la scadenza del mandato come sindaco di New York, si era candidato alle elezioni primarie per la Presidenza degli States in vista delle presidenziali nel 2008.



Nel video, la scorsa settimana, sul suo canale Youtube CJ spiegava che se Obama amasse il suo Paese «non avrebbe problemi a chiamare lo Stato Islamico per ciò che realmente è: un attacco al cristianesimo». Secondo il ragazzo il Presidente non sarebbe disposto a difendere l'America dal male del terrorismo interno ed esterno. Poche ore e le sue parole avevano raggiunto oltre 1 milione e mezzo di visualizzazioni.



Tuttavia, che qualcosa era andato “storto” lo ha capito quasi immediatamente: mentre il numero di visualizzazioni del suo video diventava sempre più cospicuo, lui veniva bannato da Facebook. Ad accorgersene un amico che, volendo postare un commento sulla pagina, si è accorto che CJ non era più presente sul social: il suo account era stato disattivato per “attività sospette”.



Temendo che la ragione che lo aveva fatto bannare da Facebook fosse il suo video, CJ ha intrapreso una battaglia contro il colosso dei social media, accusandolo di reprimere ogni commento negativo nei confronti del Presidente. «Il 1° emendamento non è una grande preoccupazione per Facebook - ha dichiarato lo studente della Columbia Middle School – continuerò a combattere».



Ma mentre si susseguivano le interviste televisive su quello che sembrava essere “un caso”, un portavoce del social ha risposto caustico agli attacchi pubblici: «Devi avere 13 anni per avere un account Facebook. Questo è un requisito, non un suggerimento. Sei stato bloccato perché hai mentito sulla tua età, non a causa del contenuto del tuo video». CJ, tuttavia, non si è accontentato della risposta e ha fatto presente che centinaia di ragazzini, anche più piccoli di lui, hanno un profilo e nessuno li ha mai bannati. «Non mi fermo qui - ha aggiunto CJ - Non si può mettere a tacere una voce che merita di essere ascoltata. Quando una persona decide di parlare, la sua voce non deve essere ostacolata anche se si è in disaccordo».