Le donne con Veronica Lario: età ultimo tabù, ora basta

Le donne con Veronica Lario: età ultimo tabù, ora basta
di Marco Ventura
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Lunedì 19 Maggio 2014, 07:45 - Ultimo aggiornamento: 20 Maggio, 11:01
Lasciami tutte le rughe. Ci ho messo una vita a farmele. Anna Magnani, leggendaria protagonista di “Bellissima” e “Mamma Roma”, vietava al truccatore di cambiarle i connotati.



Alessandra Moretti, eurocandidata del Pd, rievoca l’aneddoto leggendo l’intervista di Maria Latella a Veronica Lario sul Messaggero contro l’impietoso servizio fotografico di Chi corredato da pareri di chirurghi estetici su liposuzioni e correzioni alle rughe del collo. «Un attacco inaccettabile», per l’ex moglie di Berlusconi, «alle donne che, come me, vogliono invecchiare senza assoggettarsi allo stereotipo del giovane a tutti i costi». Ed è subito polemica. Perché l’età delle donne resta a quanto pare l’ultimo tabù in una società che non perdona cedimenti anagrafici.



STEREOTIPI

La Moretti denuncia «l’ultimo retaggio di una cultura maschilista che vorrebbe noi donne inchiodate a uno stereotipo di bellezza, mentre non solo si ha il diritto d’invecchiare come si crede, ma anche di vivere la femminilità secondo il proprio modo di essere e pensare, senza cadere in omologazioni banali che ci vorrebbero sempre in vetrina o su un piedistallo». «La donna che accetta le rughe del tempo dimostra personalità e fierezza per quello che ha saputo costruire negli anni, come la Magnani», scandisce. Percorso inverso quello di Cristiana Capotondi, che ha accettato di peggiorarsi col trucco in “Come tu mi vuoi”. «Ma era un gioco», dice ora l’attrice simbolo della nuova bellezza femminile. «Poi ritorni alla tua età. Perciò la risposta della Lario è assolutamente sensata, dimostra la maturità di chi affronta con saggezza un passaggio esistenziale importante. Si ha diritto di invecchiare con serenità a dispetto dei modelli che ci vengono propinati. Quella dei giovani spesso è la bellezza dell’asino, che non è giusto cercare di replicare dopo».



A citare le parole della Magnani nel documentario “Il corpo delle donne” è l’autrice Lorella Zanardo, eurocandidata de “L’altra Europa con Tsipras”. «Dedicherò il prossimo documentario – annuncia - al tema sollevato dalla Lario, a cui va la mia totale solidarietà. Le donne anziane rappresentate in Tv sono il 4.8 per cento, mentre in Italia sono 9 milioni, un quarto della popolazione. È urgente che i media rappresentino le donne come sono, che diano spazio non solo alle donne chirurgicamente modificate ma a chi invecchia con la propria faccia. Non ho nulla contro la chirurgia estetica, ciascuno è libero, ma non voglio che si perda l’autostima per cinque chili o una ruga di troppo. Oltretutto non c’è lo stesso obbligo per gli uomini. Se Vespa fosse stato una donna, non l’avrebbero mai preso per condurre in tv, in sovrappeso e con i segni neri sul volto». Un’osservazione più generale da Michela Marzano, filosofa morale autrice di bestseller e deputata del Pd. «Il messaggio positivo della Lario alle donne è quello di non accanirsi su se stesse sottomettendosi al giudizio e a consigli esterni su come fare e come essere». Bellezza e giovinezza sono un mito che può rendere infelici: «La tranquillità si acquista quando si mettono da parte i miti e si convive con le proprie imperfezioni».



Tanto più che il messaggio passa ai figli. Lo spiega Maura Manca, psicoterapeuta e direttrice di AndoleScienza.it: «Ora i medici, gli esperti, si permettono di dare pareri a distanza sulla base di una fotografia. Tutti ormai si esprimono in base a ciò che vedono, non alla persona in carne e ossa. È il problema di un certo uso dei social network, un messaggio che rinforza una comunicazione totalmente sbagliata». E cosa succede? «Il dato più allarmante dell’ultimo congresso dei chirurghi plastici americani è l’aumento esponenziale dei trattamenti estetici e di chirurgia estetica negli adolescenti, per alcuni trattamenti fino al 30 per cento. L’autostima degli adolescenti si basa non più sull’approvazione sociale delle persone, ma sul numero di like, mi piace, alle fotografie postate. Ed ecco allora fenomeni aberranti come la moda del Thigh Gap, l’ossessione per cui è bello avere lo spazio vuoto tra le cosce».



LIBERTÀ DI SCELTA

Da madre di tre figlie, Claudia Parzani, avvocato e presidente di Valore D, l’associazione di grandi imprese che promuove la leadership femminile, invoca il rispetto della privacy ma anche la «responsabilità di media e genitori nel trasmettere un messaggio corretto. Ognuno fa le scelte che crede, anche di aiutarsi con la chirurgia estetica, ma se ci si sottopone a quei trattamenti come si fa a dire no alle proprie figlie che a diciott’anni già vogliono rifarsi il seno? L’importante è sentirsi bene con se stessi e non rispetto a valori o metri imposti dall’esterno». Critica con gli scoop «disdicevoli fatti per ferire le persone» Iva Zanicchi, eurocandidata di Forza Italia. «Come si permettono? La Lario va rispettata anche come madre dei bellissimi figli di Berlusconi. Non mi sono mai piaciute le cose rubate, figuriamoci degli scatti».



IL PREZZO DELLA FAMA

Pragmatica e provocatoria, invece, Alba Parietti: «Finire sotto i riflettori è il prezzo che devono pagare donne come Veronica Lario che è privilegiata, fortunata e molto invidiata. Io stessa ogni tanto mi diverto a postare di proposito foto mie venute male, magari senza trucco e con le occhiaie dopo una notte insonne. Mi diverte fare la sociologa e vedo l’aggressività e la stupidità che si scatenano, proprio da studiare. La gente commenta quelle foto con una violenza e una volgarità che non si ha un’idea, la gente è invidiosa, ha bisogno di vendicarsi. Certe riviste di gossip si comprano per il godimento di vedere le brutte foto della ex moglie di Berlusconi, o le disgrazie dei belli e famosi che si lasciano, si mettono le corna, magari hanno un po’ di cellulite o te la creano apposta». Bisognerebbe avere «il diritto di invecchiare in santa pace, ma quanto è ricca e di successo Veronica Lario? Allora tenendo conto che la casalinga di Canicattì ha bisogno di sfogarsi, accetti di prendersi qualche insulto». Per dirla con Paolo Santanché, chirurgo estetico: «Essere un personaggio pubblico ha le sue controindicazioni».
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