Il dna risolve il mistero dello “smemorato di Collegno”: non si trattava del professor Canella

Il dna risolve il mistero dello “smemorato di Collegno”: non si trattava del professor Canella
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Giovedì 10 Luglio 2014, 02:21 - Ultimo aggiornamento: 14 Luglio, 02:27
Chi era lo smemorato di Collegno? Il professor Canella, tornato dalla guerra senza memoria oltre dieci anni dopo essere stato dato per disperso, oppure il tipografo Bruneri, sorpreso a rubare, che simula l'amnesia per evitare il carcere?



La prova del Dna, il cui risultato è stato svelato in diretta questa sera a "Chi l'ha visto?", non conferma che si trattasse di Canella. Doveva dunque essere Bruneri. «Non è il risultato che mi aspettavo, ma questa è una prova come altre, ce ne sono tante a favore e tante contro, per noi non cambia niente», ha commentato deluso Julio Canella, nipote certo del professore in quanto figlio di un figlio di Canella nato prima della guerra, quando il risultato del test genetico gli è stato consegnato in busta chiusa.



Canella non ha fatto affermazioni precise sul contenuto della busta, ma la sua delusione ha fatto intuire gli spettatori che l'esito del test è stato contrario alle sue aspettative di vedere riconosciuto nello smemorato il suo vero nonno.



La prova del Dna, eseguita dalla genetista Marina Baldi, è stata fatta comparando il profilo genetico di Julio, nipote certo di Canella, con quello del fratello Camillo, un figlio dello smemorato nato dopo la fine della guerra, ovvero quando il presunto professore ricomparve senza memoria al manicomio di Collegno e fu riconosciuto da Giulia Canella come suo marito.



A quasi un secolo dal caso che a partire dal 1926 divise l'Italia e terminò con una sentenza definitiva nel 1931, il Dna dovrebbe avere permesso di trovare la soluzione definitiva.



A inizio Novecento, mezza Italia si schierò dalla parte di Giulia Canella e l'altra mezza da quella di Rosa Bruneri, poichè entrambe le donne sostenevano di avere trovato nello smemorato il proprio marito.



La sentenza giudiziaria e le ragioni del cuore giunsero a conclusioni opposte, lasciando di fatto sospeso il dilemma fino a oggi.



Nel 1931 la corte d'appello di Firenze dichiarò infatti che lo smemorato era Mario Bruneri.
Ma Giulia Canella, che nel frattempo aveva vissuto con lo smemorato come proprio marito provocando scandalo, non accettò la decisione dei giudici e quando l'uomo finì di scontare la pena si trasferì con lui in Brasile.
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