Colpito alla testa da proiettile, si filma con il viso insanguinato e posta video: ora sono un vero rapper

Colpito alla testa da proiettile, si filma con il viso insanguinato e posta video: ora sono un vero rapper
di Federica Macagnone
2 Minuti di Lettura
Martedì 13 Ottobre 2015, 15:33 - Ultimo aggiornamento: 14 Ottobre, 17:06
Chi pensa di aver visto veramente tutto on line, non si è ancora imbattuto in un video scioccante di un rapper che ha deciso di filmare i momenti successivi a una sparatoria in cui era rimasto coinvolto, rimanendo ferito alla testa. Non solo. Subito dopo ha deciso di mostrare quel momento al mondo pubblicando le immagini agghiaccianti sulla sua pagina Facebook.



Teriq Royal, di Compton, negli Stati Uniti, ha postato sul social network un video che lo ritrae con il volto coperto di sangue: il ragazzo ha raccontato di essere rimasto coinvolto in una sparatoria, insieme a un gruppo di amici, e di essere scampato per un pelo al proiettile sparato da un mitra kalashnikov AK74 che gli è passato a pochi centimetri dalla testa. Tuttavia tre frammenti di proiettile gli si sono conficcati in testa provocandogli un'emorragia che ha deciso di documentare. «Mi hanno sparato – ripete in maniera compulsiva nel video – Sono davvero un rapper adesso, mi hanno sparato».



In poche ore, come riporta l'Independent, il video è diventato virale ed è stato visto oltre 250mila volte. «Dio ha allontanato il proiettile di un AK47 da me e dai miei fratelli e i frammenti non mi hanno perforato il cranio. Sono fortunato di vedere un altro giorno e di scrivere un bel rap su quanto è successo – ha commento Royal su Facebook - Sarei potuto morire quella notte ma ho sentito che Dio mi ha fatto spostare quanto bastava per far si che il proiettile non mi colpisse. Prendete la vita sul serio». Ma la saga non è finita qui: dopo aver raggiunto l'ospedale ed essersi fatto medicare, Royal ha deciso di concedere ulteriori dettagli ai suoi “fan”, postando la radiografia della sua testa. Perché, ormai, non c'è limite all'esibizionismo 2.0.